Esteri

Navalny, la moglie: “I test confermano, Alexei è stato avvelenato”

Un post su X rilancia le accuse sulle cause del decesso dell'attivista russo

di Lino Sasso -


Nuove rivelazioni sulla morte di Alexei Navalny, principale oppositore politico di Vladimir Putin. La vedova, Julia Navalnaya, ha annunciato con un post su X che i test di laboratorio condotti all’estero sui campioni biologici del marito hanno accertato la causa del decesso: “Alexei è stato avvelenato”. Navalnaya ha spiegato che i materiali biologici dell’attivista sono stati trasferiti all’estero e analizzati in due Paesi diversi. Entrambi i laboratori, indipendenti l’uno dall’altro, hanno raggiunto le stesse conclusioni. “Questi risultati – ha dichiarato – sono di pubblica importanza e devono essere resi noti. Meritiamo tutti di sapere la verità”.

La morte in carcere

Navalny, 47 anni, è morto il 16 febbraio scorso nella colonia penale artica di Kharp, nella regione di Yamalo-Nenets, dove stava scontando una condanna a oltre 30 anni di reclusione per accuse ritenute politicamente motivate. La versione ufficiale fornita dalle autorità russe parlava inizialmente di un malore improvviso. Ma sin da subito la famiglia e i suoi sostenitori avevano denunciato un’operazione di eliminazione politica orchestrata dal Cremlino. Il corpo dell’oppositore era stato trattenuto per giorni dalle autorità russe, suscitando accuse di insabbiamento e proteste internazionali. Solo dopo una lunga battaglia la salma fu restituita alla madre, mentre la vedova denunciava che le autorità stavano cercando di nascondere le prove di un avvelenamento.

Una lunga storia di persecuzioni

Navalny era sopravvissuto già nel 2020 a un grave avvelenamento da Novichok, un agente nervino sviluppato in epoca sovietica, durante un viaggio in Siberia. Trasferito d’urgenza in Germania, si era ripreso e, contro ogni previsione, era rientrato in Russia nel gennaio 2021. All’arrivo a Mosca era stato immediatamente arrestato e processato in una serie di procedimenti giudiziari che la comunità internazionale ha più volte definito “politicamente motivati”.

Reazioni e ombre sul Cremlino

La nuova rivelazione alimenta ulteriormente le accuse rivolte a Mosca. Diversi leader occidentali, dall’Unione Europea agli Stati Uniti, avevano già parlato di “responsabilità diretta” del Cremlino nella morte dell’oppositore. La conferma dell’avvelenamento da parte di due laboratori indipendenti rischia di riaccendere la pressione diplomatica nei confronti della Russia. Julia Navalnaya, che ha promesso di continuare la battaglia politica del marito, si è rivolta all’opinione pubblica internazionale: “Non si tratta solo della nostra famiglia, ma di un messaggio di verità e giustizia. Alexei è stato ucciso perché rappresentava la speranza di un’altra Russia”.


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