Il Bbn e il presidente Karol Nawrocki hanno chiesto al governo di fare chiarezza sull'accaduto
I guerrafondai sparsi per l’Europa sono a un passo dal dramma. Gli elmetti indossati in fretta e furia non servono più. Ciak si rigira. Dalla “Russia alle porte” si è passati alla “grande bugia” nel giro di due episodi. Non sarebbe stato un drone russo, ma un missile polacco difettoso a danneggiare una casa nel villaggio di Wyryki, nella regione di Lublino, lo scorso 10 settembre. A rivelarlo è stato il quotidiano Rzeczpospolita, citando fonti vicine ai servizi di sicurezza polacchi. Quel giorno, le difese aeree di Varsavia erano state attivate per contrastare una presunta “incursione di droni russi” vicino al confine con l’Ucraina, facendo arrivare alle stelle la tensione internazionale. Stando alle ricostruzioni della testata, un missile aria-aria Aim-120 lanciato da un caccia F-16 dell’aeronautica polacca, a causa di un malfunzionamento, avrebbe colpito l’abitazione per errore.
Lo scontro tra le autorità della Polonia
L’Ufficio per la Sicurezza Nazionale, il Bbn, e anche il presidente Karol Nawrocki, hanno chiesto al governo di fare immediatamente chiarezza sull’accaduto. “I messaggi rivolti ai polacchi devono essere verificati e confermati, soprattutto in un contesto di disinformazione e guerra ibrida”, si legge in una nota pubblicata su ‘X’. Lo stesso criterio dovrebbe valere per le comunicazioni esterne e soprattutto per le dichiarazioni rese dai leader europei e dal segretario generale della Nato, Mark Rutte, che hanno collezionato una figuraccia storica. Quello che sta avvenendo in Polonia è sconcertante. “Durante la riunione del Comitato per la Sicurezza, le informazioni fornite ai partecipanti al briefing – tra cui il Vice Capo dell’Ufficio per la Sicurezza Nazionale, Generale Bryś – sono state generiche e inconcludenti. Simili a quelle fornite dal Vice Primo Ministro e Ministro della Difesa Nazionale Władyslaw Kosiniak-Kamysz in una conferenza stampa del 12 settembre 2025”. L’atteggiamento cauto assunto da Donald Trump già a caldo, induce a ritenere che gli Usa avessero un’idea chiara in merito.
Il responsabile è un ucraino
Un cittadino ucraino di 21 anni è stato condannato al pagamento di un’ammenda e ad essere espulso verso il suo Paese di origine per aver violato il diritto del trasporto aereo polacco facendo sorvolare ad un drone gli edifici del governo a Varsavia, nello specifico gli uffici del Primo Ministro e del Ministero della Difesa, nonché la residenza del Capo dello Stato. A renderlo noto è stata la polizia. Dopo averlo neutralizzato, i poliziotti ha tratto in arresto due persone: un ucraino di 21 anni e una bielorussa di 17 anni. Il premier polacco Donald Tusk aveva inizialmente annunciato l’arresto di due bielorussi.
L’asse Strasburgo-Kiev
Il Parlamento Europeo aprirà una sede di rappresentanza permanente a Kiev, come segno della vicinanza dell’Aula di Strasburgo all’Ucraina in guerra contro i russi. Lo ha detto ieri, intervenendo alla Rada a Kiev, la presidente Roberta Metsola. “Sappiate che il Parlamento Europeo – ha garantito Metsola – rimarrà saldamente al vostro fianco, passo dopo passo, finché la pace non sarà assicurata, finché la libertà non sarà ripristinata e finché l’Ucraina non avrà preso il posto che le spetta nella nostra famiglia europea. È per questo che sono qui questa settimana, per rafforzare ulteriormente la nostra cooperazione”.
Per il presidente ucraino Volodymyr Zelensky “è importante che l’Europa rimanga un attore globale, un difensore globale della libertà e dei diritti umani”.