Il ministero degli Esteri palestinese risponde duramente al ministro israeliano Bezalel Smotrich
L’offensiva di terra di Israele nel nord di Gaza ha portato gli ospedali “sull’orlo del collasso”. Lo ha denunciato il direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, chiedendo la “fine di queste condizioni disumane”. “L’incursione militare e gli ordini di evacuazione nel nord di Gaza stanno provocando nuove ondate di sfollamenti, costringendo le famiglie traumatizzate a trasferirsi in un’area sempre più piccola e inadatta alla dignità umana”, ha affermato Tedros Adhanom Ghebreyesus su X, avvertendo che “gli ospedali, già sovraffollati, sono sull’orlo del collasso, mentre l’escalation della violenza blocca l’accesso e impedisce all’Oms di consegnare forniture salvavita”.
Il ministero degli Esteri palestinese contro Smotrich
Le parole incendiarie del ministro israeliano Bezalel Smotrich, che ha detto di vedere la Striscia di Gaza come una potenziale “miniera d’oro per l’immobiliare”, hanno suscitato un’ondata di disapprovazione di portata globale. Trattare la Striscia di Gaza come una “proprietà immobiliare” significa “riconoscere ufficialmente i piani di genocidio e sfollamento”, hanno replicato dal ministero degli Esteri palestinese, come riporta l’agenzia Wafa. Il ministero ha fatto sapere di guardare “con estrema preoccupazione” agli “appelli provocatori israeliani a considerare la Striscia di Gaza come una proprietà che può essere venduta, divisa o assegnata”. Per i rappresentanti palestinesi, significa “insistere” su “crimini di genocidio e sfollamento” e si tratta di una “ammissione ufficiale delle intenzioni dell’occupazione di distruggere completamente la Striscia di Gaza e trasformarla in un territorio inabitabile”.
No alla fame come arma di guerra contro la popolazione di Gaza
Ribaditi il rifiuto “dell’uso” da parte dello Stato ebraico della “fame come arma di guerra” e il principio non negoziabile che la Striscia “è parte integrante dello Stato di Palestina, in linea con il diritto internazionale e le risoluzioni internazionali”. Rinnovato l’appello a “un intervento immediato per costringere il governo israeliano a porre fine alla sua aggressione” e a “salvare quel che resta della credibilità del sistema internazionale”.
Il pegno della violenza di Israele
La violenza delle truppe dello Stato ebraico è dannosa anche per gli stessi israeliani. L’aggressore giordano che ha compiuto l’attacco mortale al valico di Allenby, tra la Giordania e la Cisgiordania, ha accoltellato le due vittime. L’attentatore, alla guida di un camion che trasportava aiuti umanitari nella Striscia di Gaza, aveva inizialmente aperto il fuoco con una pistola contro le persone al valico prima che il camion fosse ispezionato dalle autorità israeliane. La pistola si sarebbe però inceppata e a quel punto sarebbe sceso dal camion, colpendo i suoi “bersagli umani” con un coltello. Le guardie di sicurezza al valico lo hanno ucciso.
L’Idf ha reso noto che quattro soldati israeliani sono stati uccisi, ed altri tre sono rimasti feriti, nell’esplosione di un ordigno piazzato sul ciglio della strada a Rafah, nel sud di Gaza, mentre un bulldozer corazzato stava “ripulendo” un’area, seguito da due Humvee.
I rappresentanti dei Paesi del Golfo a difesa del Qatar
I ministri della Difesa del Consiglio di cooperazione del Golfo hanno condannato “l’aggressione israeliana e la palese violazione della sovranità e dell’integrità territoriale dello Stato del Qatar, che ne minacciano la sicurezza e la stabilità”.
In un comunicato, i rappresentanti dei Paesi del Golfo hanno annunciato che le forze armate del Consiglio di cooperazione si coordineranno “a tutti i livelli militari e di intelligence per migliorare ulteriormente l’integrazione della difesa del Golfo e lavoreranno per intensificare e collegare i sistemi di difesa, per affrontare tutti i rischi e le sfide future”.