Economia

Euro digitale, l’Europa-tartaruga fa un passo in avanti

Servirebbe forse a metterci al riparo da eventuali ricatti Usa ma è ancora percepito come divisivo

di Angelo Vitale -


A Copenaghen i ministri dell’area euro hanno trovato nell’Eurogruppo un “accordo politico” sul “quadro istituzione” e sui limiti per il possesso dell’euro digitale. Lo dice il commissario europeo all’Economia Valdis Dombrovskis.

Moneta digitale, un altro passo sul lungo percorso nell’area euro

Per il presidente dell’Eurogruppo Paschal Donohoe nella riunione si è registrato “un ampio consenso” su una soluzione “equilibrata, nel pieno rispetto del mandato di ogni istituzione coinvolta nell’euro digitale”.

Per la presidente della Bce Christine Lagarde si tratta di un “passo” importante “nella giusta direzione”. Ora il lavoro continuerà nell’Ecofin, con l’obiettivo di definire il quadro legislativo entro fine anno.

Il lavoro proseguirà ora con l’Ecofin, con l’obiettivo di definire il quadro legislativo entro fine anno. La discussione è stata incentrata soprattutto sul limite massimo di euro digitale che i cittadini e le imprese potranno detenere, per evitare una “disintermediazione” eccessiva delle banche. Questo accordo politico rappresenta una tappa fondamentale nel percorso di introduzione dell’euro digitale, ancora percepito come complesso e divisivo.

Le fonti indicano che c’è ottimismo sulle possibilità di chiudere i negoziati entro la fine del 2025, anche se rimangono importanti questioni da risolvere. Si sottolinea che l’euro digitale affiancherà il contante e mira a garantire pagamenti istantanei sicuri nei negozi fisici, online e tra privati.

Trump preme, l’Europa arranca

“Occorre offrire un’alternativa. Ne va della nostra sovranità monetaria e della indipendenza strategica dell’Europa“, osservava cinque mesi fa su lavoce.info Angelo Baglioni, professore ordinario di Economia Politica presso l’Università Cattolica di Milano, direttore di Osservatorio Monetario e membro del Comitato direttivo del Laboratorio di Analisi Monetaria.

“Come ha ben sottolineato Philip Lane, membro del Comitato esecutivo della Banca centrale europea – spiegava – il settore dei pagamenti nell’area euro è dominato dagli operatori esteri, in particolare statunitensi. Il 65 per cento dei pagamenti effettuati con carte di credito/debito fa uso di circuiti internazionali, primi tra tutti Mastercard e Visa. Questi operatori hanno interamente soppiantato quelli locali in tredici (su venti) paesi dell’area euro”.

“Tutto questo – aggiungeva – espone i paesi dell’area euro a un rischio geo-politico elevato, che si aggiunge a quello che corriamo nei settori della difesa e dell’energia. Trump potrebbe decidere di usare la nostra dipendenza dagli Usa nel settore dei pagamenti come un’arma di pressione se non addirittura di ricatto, così come sta facendo con i dazi. La dipendenza ci espone allo strapotere dei grandi monopoli privati statunitensi”.


Torna alle notizie in home