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Esteri

L’articolo 4 del Trattato Nato: ecco cosa dice

Dopo 76 anni in primo piano la consultazione tra i Paesi dell'Alleanza in caso di minaccia alla sicurezza

di Ernesto Ferrante -


Il primo ministro polacco Donald Tusk aveva annunciato più di una settimana fa in Parlamento che avrebbe invocato l’articolo 4 della Nato, richiedendo una consultazione formale all’interno dell’Alleanza dopo la violazione dello spazio aereo della Polonia da parte di droni russi provenienti dalla Bielorussia. Una decisione concordata tra Tusk e il presidente polacco Karol Nawrocki, aveva spiegato il premier. “Le parole non bastano”, aveva detto il premier esprimendo comunque apprezzamento per la solidarietà espressa dai membri della Nato. Ma Varsavia chiederà un sostegno “molto maggiore”.

Cosa dice l’articolo 4

L’articolo 4 della Nato, che ritorna oggi in primo piano dopo il ripetuto sconfinamento dei Mig russi nello spazio aereo estone, recita testualmente: “Le Parti si consulteranno ogniqualvolta, a giudizio di una di esse, l’integrità territoriale, l’indipendenza politica o la sicurezza di una qualsiasi delle Parti siano minacciate”. Secondo l’Alleanza Atlantica, è stato invocato solo sette volte dalla creazione della Nato nel 1949. L’ultima è stata nel 2022, a seguito dell’inizio dell’operazione militare speciale russa in Ucraina.

Consente a un Paese membro di richiedere consultazioni con gli altri alleati quando percepisce una minaccia alla propria integrità territoriale, indipendenza politica o sicurezza. A differenza dell’articolo 5, che implica l’obbligo di difesa collettiva in caso di attacco armato a uno dei membri, non prevede risposte militari automatiche. Si tratta in buona sostanza di uno strumento diplomatico.

I precedenti

La sua prima attivazione risale al 2003 su richiesta della Turchia. Erano i giorni dell’invasione americana dell’Iraq, e Ankara era preoccupata per le possibili ripercussioni sul proprio territorio. La Turchia è il Paese che vi ha fatto più ricorso, con ben cinque attivazioni formali, in particolare nell’arco di tempo tra il 2012 e nel 2015 in risposta alle minacce provenienti dalla Siria e al rafforzarsi dello Stato Islamico lungo i suoi confini meridionali.

Nel 2014, furono alcuni membri dell’Europa orientale, tra cui Polonia e Paesi Baltici, a tirarlo in ballo in seguito all’annessione della Crimea da parte della Russia.


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