Carlotta Delicato, l’essenziale che spiazza. Il suo giro one shot a Eataly Smeraldo
Milano non è nuova alle prime volte, ma quella di Carlotta Delicato al Food&Pizza Theatre di Eataly Smeraldo ha il sapore della consacrazione. Lei, classe 1994, ha già fatto rumore vincendo Hell’s Kitchen Italia, portandosi a casa il titolo di Chef Novità dell’Anno ai Cook Awards del Corriere della Sera e costruendo una cucina che non ha bisogno di slogan per farsi capire. Non le serve travestire i piatti da capolavori estetici, né rincorrere l’ennesimo “concept”: la sua forza è tutta nel trattare la materia prima con rispetto, tecnica e quella lucidità che spesso manca ai grandi mentre i giovani, quando sono veri, ce l’hanno naturale.
Dopo esperienze internazionali che l’hanno portata dai fornelli di Cassino a cucine prestigiose in giro per il mondo, Carlotta ha scelto la strada che molti non hanno il coraggio di prendere: tornare indietro per ripartire da sé. Con il marito Gabriele ha aperto Delicato a Contigliano, borgo tra Terni e Rieti che non compare nelle mappe del glamour ma che oggi ha una tavola capace di attirare chi cerca autenticità e idee chiare. È qui che la chef ha messo a punto la sua idea di cucina “essenziale”, un termine che non significa povera ma intelligente: essenziale è ciò che rimane dopo che hai tolto l’inutile, quello che non serve a mascherare ma a mettere a nudo il prodotto.
A Milano porta un menu che non è solo sequenza di piatti ma dichiarazione di stile. Il “Porro Romesco” è un antipasto che sembra un manifesto: un ortaggio che altrove sarebbe comparsa diventa attore principale, lavorato con note affumicate e mediterranee. Poi il “Bottone di Coniglio”, che adoro: pasta ripiena che si diverte a dialogare con mousse al mascarpone, agrumi e fondo bruno. È un piatto che tiene insieme acidità e morbidezza senza l’ansia di piacere a tutti i costi: o lo capisci o ti resta indifferente, ma non fa sconti. La “Quaglia” farcita con maiale, champignon e uva passa è un salto nella memoria della cucina delle feste, ma alleggerita da una mano che non indulge mai nella nostalgia. E il finale è il colpo che spiazza: “Nocciola e Prezzemolo”, una madeleine salata che gioca con il dolce e lo ribalta, un dessert che mette il punto interrogativo invece del punto fermo.
Quello che colpisce è che niente è studiato per l’effetto wow da influencer: non ci sono piatti pensati per l’applauso social, non c’è la mania di stupire a tutti i costi. Carlotta Delicato ha un approccio quasi spietato nella sua semplicità: valorizzare il prodotto, usarne ogni sfumatura, lasciare che sia lui a parlare. Ed è questo che a Milano farà la differenza: non una giovane che sogna di essere grande, ma una professionista che si muove già con la sicurezza di chi ha deciso di esserlo.
In una città che consuma talenti e li archivia in fretta, lei arriva con un menu che non cerca la vetrina ma pretende attenzione. E probabilmente la otterrà, perché quando il gusto è vero non ha bisogno di cornici oro e fuffa.
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