Attualità

Il Santuario di Garlasco, Flavius Savu e il delitto di Chiara Poggi

di Rita Cavallaro -


Il romeno dei ricatti hot al Santuario di Garlasco addensa ancora ombre sul delitto di Chiara Poggi. Flavius Savu, il latitante catturato per estorsione ai danni di Don Gregorio Vitali, ora ha paura per la sua vita. Lo aveva già confidato nei mesi scorsi al suo avvocato Roberto Grittini, dopo le dichiarazioni che avevano collegato il giro dei riti esoterici al Santuario della Madonna delle Bozzole con l’assassinio di Chiara, avvenuto il 13 agosto 2007 nella villetta di via Pascoli. Savu aveva avanzato l’ipotesi, sostenuta anche da Massimo Lovati, legale del nuovo indagato Andrea Sempio, che la 26enne fosse stata uccisa da qualcuno che voleva tapparle la bocca per aver scoperto un segreto indicibile attorno a quel Santuario. Un luogo di culto che lo stesso Savu conosceva, visto che è lì che, dal 2012, si sarebbero consumati i rapporti sessuali che hanno dato il via ai video ricatti hot ai danni di don Gregorio, sfociati nel processo in cui lo stesso pm delinea il fiume di pagamenti passati dal prete al romeno, sottolineando che qualcosa di vero doveva esserci per spingere il rettore della Bozzola a versare oltre 100mila euro a Flavius. Savu oggi viene dileggiato dai più che insistono sul fatto che le sue siano tutte invenzioni, visto che all’epoca del delitto il romeno non era a Garlasco.

Lo scandalo del Santuario e l’omicidio di Chiara Poggi

Eppure lo scandalo del Santuario avrebbe radici proprio negli anni in cui Chiara è stata uccisa, visto che nel 2006 un prete della zona, don Cervio, si era rivolto ai carabinieri e al Vaticano, rivelando di un giro di pedofilia tale da spingere Roma a inviare a Garlasco il promotore di giustizia. Di quella storia non se ne seppe più nulla, fino al 2014, con l’arresto di Savu, che dopo la condanna si era dato alla macchia e al silenzio. Ma ne avrebbe parlato più volte con suo nipote, Cleo Koludra Stefanescu, oggi detenuto per omicidio e autore, nei mesi scorsi, di un memoriale con le rivelazioni del romeno. “Mio zio Savu un giorno in confidenza mi disse che aveva conosciuto una ragazza di Garlasco di nome (omissis). Lei stessa riferiva a mio zio che c’era un grosso giro di pedofilia e una specie di prostituzione riguardo il Santuario delle Bozzole gestito da un custode che lavorava per (omissis)”, ha scritto nel memoriale, datato 28 maggio 2025, che Stefanescu, tramite i suoi legali, ha portato all’attenzione della Procura di Pavia, che accusa Sempio dell’omicidio volontario di Chiara in concorso con altri. “Preciso che il memoriale me l’ha dato spontaneamente”, spiega l’avvocato Guya Portaluppi. “Perché? Questo non lo posso sapere, forse per affezione allo zio. In ogni caso non si fa nessun riferimento esplicito all’uccisione di Chiara Poggi“, sottolinea. “Da quel che so i ragazzi venivano pagati 2-3mila euro per avere rapporti con (omissis)”, si legge nel manoscritto. “Erano sia minorenni sia maggiorenni oppure (omissis) adescava anche ragazzi con problemi psichiatrici gravi. Mio zio disse che da quel che sapeva, lui era l’unico a sapere che sotto il tappeto all’ingresso c’era la chiave per entrare. Lo stesso mio zio mi riferiva che anche queste persone sapevano dove stava la chiave, le persone che si prostituivano. Mi riferiva che di sera c’era un grande via vai alle Bozzole e si riferiva ai rapporti di (omissis) coi ragazzi. Stefanescu scrive che “la ragazza riferiva a mio zio, il giorno che lo aveva conosciuto alle Rotonde di Garlasco, che era stata abusata da (omissis) e altre persone. Lei riferiva che aveva raccontato tutto a suo padre e suo padre l’aveva picchiata e le aveva detto di stare zitta. Mio zio mi riferiva che in due occasioni aveva visto una persona che (omissis) vedeva come una specie di divinità in quanto in queste due occasioni vedeva che gli baciava le scarpe e lo chiamava sua eminenza“. Infine, il riferimento ai riti satanici. “Mi riferiva che questo (omissis) faceva riti satanici per indurre i ragazzi a fare orge e cose molto brutte a sfondo sessuale. Mio zio riferiva che tante volte aveva paura che un giorno questi gli toglievano la vita”. Una paura che è tornata pochi giorni fa, quando ha confidato a Massimo Giletti di essere in pericolo. Il romeno avrebbe dovuto incontrare il giornalista in Svizzera per un’intervista esclusiva e, probabilmente, per fornire le prove di quello che avrebbe svelato al conduttore de Lo Stato delle Cose, il programma di RaiTre in onda ogni lunedì in prima serata. Savu, latitante da cinque anni, è stato catturato prima che potesse raccontare. Dopo l’estradizione potrebbe essere sentito dai pm di Pavia.  


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