Attualità

La nuova vita della portaerei Garibaldi: sarà ceduta all’Indonesia

Diventerà una piattaforma per i droni, l'investimento di Giacarta

di Giovanni Vasso -


La portaerei Garibaldi è stata ceduta all’Indonesia in cambio di 450 milioni di dollari. Tramonta, dunque, la tentazione di farne un museo. La nave, per anni “simbolo” della Marina militare italiana, sarà adattata dalle forze armate di Giacarta per farne una piattaforma utile al lancio e alla gestione dei droni. Raggiungerà, dunque, i porti indonesiani non prima però di essere sottoposta a un processo di “refitting” che la metterà in condizione di operare al meglio nel resto della sua vita operativa.

La portaerei Garibaldi: dalle missioni internazionali all’Indonesia

Costruita da Fincantieri nelle officine di Monfalcone, la portaerei entrò in servizio il 30 settembre del 1985. Lunga 180 metri, con 13.370 tonnellate di dislocamento, la nave ha servito come ammiraglia della Marina italiana dal 1987 al 2011. Un’epoca lunghissima che ha visto mutare, letteralmente, il mondo. Ha iniziato il servizio che c’era ancora il Muro di Berlino, l’ha proseguito durante la stagione delle guerre nel Golfo e degli interventi in Somalia, fino agli interventi nel Balcani, Afghanistan e Libia. Per un po’ di tempo, dopo la cerimonia di radiazione tenutasi il 22 maggio del 2023 a Taranto, si era parlato di farne (anche) un museo. Il destino della portaerei Garibaldi, però, non era ancora quello di godersi la pensione: è stata venduta all’Indonesia e qui avrà una nuova vita.

Droni e refitting, l’ultima trasformazione

Secondo Fincantieri, l’ex ammiraglia della Marina italiana ha ancora almeno 15 se non addirittura vent’anni di vita “attiva”. A Giacarta li hanno presi in parola. L’investimento, da 450 milioni di dollari, è importante per il governo del Sud Est asiatico. Con l’approdo della portaerei Garibaldi, l’Indonesia diventerà il secondo Paese dell’area a poter contare su una nave operativa del genere. Fino a oggi, solo la Thailandia possiede una portaerei operativa. Tutti contenti, dunque: Fincantieri che valorizza un asset, Giacarta che si lancia nella corsa al riarmo che sta interessando il quadrante geopolitico del Pacifico. L’obiettivo annunciato è di farne una piattaforma per il lancio e la gestione dei droni. In particolare, si parla dell’integrazione di 60 droni turchi Bayraktar TB3 e modifiche per una configurazione a due isole di comando per ottimizzare le operazioni di volo.


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