Una sfida tutta italiana: tra nuove tecnologie ed innovazioni
L’Italia sta vivendo una importante sfida -necessità – nei confronti delle innovazioni, con progetti che vanno dalla tecnologia spaziale alla sostenibilità ambientale, dalla digitalizzazione alla salute. Questi sviluppi non solo rispondono alle richieste globali, ma pongono il nostro Paese al centro di una trasformazione che promette di ridefinire il futuro prossimo, dando maggiore speranza per una crescita economica e per i giovani. Secondo l’Osservatorio “Startup e Scaleup High Tech” del Politecnico di Milano, nel 2024 gli investimenti effettuati nelle startup hi-tech nel nostro Paese hanno raggiunto approssimativamente 1,49 miliardi di euro, registrando un aumento del 32% rispetto all’anno precedente – 2023 –. Questo segnale in netto aumento e dall’aspetto assai positivo, indica una crescente fiducia nell’ecosistema delle startup italiane, e una ripresa degli investimenti nel settore dell’innovazione. Il progetto Space Rider – una mini-navetta spaziale automatizzata – sviluppato dall’Agenzia Spaziale Europea con il fondamentale sostegno – economico – italiano, rappresenta un esempio di eccellenza tecnologica. Questa navetta, il cui debutto dovrebbe avvenire per la fine di quest’anno, è stata progettata principalmente per testare la possibilità e la fattibilità di nuove tecnologie in volo. Il suo successo potrebbe consolidare l’Italia come leader nelle missioni spaziali automatizzate. Per quanto concerne le continue richieste in campo ambientale, negli ultimi anni diverse startup italiane hanno sviluppato soluzioni innovative. L’annoso problema dei rifiuti industriali – spesso dannosi per l’ambiente e le persone -, avrebbero trovato nel progetto “Circular Materials” una possibile trasformazione. I rifiuti industriali, infatti, verrebbero trasformati in risorse preziose, contribuendo così alla transizione verso una “economia circolare”. Inoltre “Foremyc”, una startup fondata proprio quest’anno, svilupperebbe sistemi di monitoraggio ambientale per la gestione sostenibile delle foreste alpine, affrontando i danni causati da eventi climatici estremi – come la tempesta Vaia del 2018 – con cui l’Italia si troverebbe sempre più a combattere (come stiamo vedendo in questi giorni). Dall’intelligenza artificiale (IA) alla telemedicina, passando per dispositivi indossabili e cartelle cliniche elettroniche, la tecnologia sta cambiando il modo in cui pazienti e medici interagiscono, migliorando diagnosi, trattamenti e monitoraggio delle malattie. Un esempio emblematico è l’uso dell’IA nell’analisi dei dati clinici. Algoritmi che sarebbero decisamente più avanzati sarebbero in grado di riconoscere pattern (modelli) complessi in immagini radiologiche, rilevare anomalie precoci e supportare decisioni mediche personalizzate. Questo non solo accelera i processi diagnostici, ma aumenta anche la precisione, riducendo il rischio di errori. Ma è bene ricordare che l’interazione tra medico e paziente non può e non deve essere sostituita da algoritmi. Accanto a questo, la telemedicina consente consulti a distanza, garantendo assistenza continua anche a chi vive in zone remote o è impossibilitato a spostarsi (un processo innovativo iniziato con la pandemia di COVID-19), dimostrando come la tecnologia possa essere un alleato concreto nella gestione della salute pubblica. Grande rilievo lo stanno acquisendo anche i dispositivi quali smartwatch e sensori biometrici, che monitorano parametri vitali in tempo reale. Grazie a tali innovazioni, è possibile prevenire complicazioni così da poter intervenire tempestivamente su determinate problematiche. Parallelamente, anche le cartelle cliniche digitali favoriscono una gestione più dettagliata e sicura dei dati dei pazienti, facilitando la possibilità di invio e di tracciamento rapido di documenti sanitari così importanti. Ma se da una parte la digitalizzazione aiuta, la protezione dei dati sensibili resta fondamentale: la tecnologia deve supportare ma non divulgare in maniera errata la nostra privacy.
Torna alle notizie in home