Attualità

Madame Macron e il certificato ginecologico della République

di Monica Marini -


C’è voluto l’ospedale. Già, nella Francia che si vanta di insegnare al mondo l’Illuminismo, il Rinascimento, la grandeur, è servita una cartella clinica per confermare che la Première Dame non è un uomo. Non bastava il certificato di matrimonio, non bastavano le foto di famiglia, non bastavano i decenni di gossip: serviva il referto medico. Le Figaro lo ha definito “un atto dovuto”, ma dalle colonne del Times londinese qualcuno ha sibilato: “Una nazione che deve dimostrare il sesso della First Lady ha già perso metà della sua dignità”. E la dignità, del resto, Brigitte Macron l’ha buttata a mare da tempo. La ricordiamo tutti mentre in piena cerimonia ufficiale schiaffeggia e rimette in riga il marito-presidente come fosse un bambino di terza elementare. Altro che De Gaulle, Macron sembra più il secchioncello bullizzato che porta i quaderni della maestra. E quella maestra è rimasta tale: stessa aria da supplente di francese, solo che adesso corre i summit mondiali e si siede accanto a Michelle Obama o Jill Biden, con un “physique du rôle” che farebbe sorridere persino gli stilisti di provincia.

Tragedia o farsa?

Ma la tragedia diventa farsa quando serve il certificato “no, non ho l’uccello”. È come se la République avesse bisogno di un timbro notarile per stabilire che la Tour Eiffel non è di plastica. “Grottesque”, titola The Guardian. “Une mise en scène pathétique”, sussurra Le Monde. Insomma, l’ennesima figuraccia nazionale servita su un piatto d’argento alla stampa internazionale. E nel frattempo, la Francia, mentre si balocca con l’anatomia della First Lady, sprofonda nelle banlieue trasformate in Medina, con incendi, disordini e polizia in stato d’assedio. Un Paese che ha saccheggiato mezzo continente africano adesso importa dalla sua ex-colonia non il meglio ma il peggio: degrado sociale, violenza e una classe politica che sembra un governo balneare italiano anni ’80, di quelli che non duravano neanche una stagione estiva. Ecco allora la foto finale: un presidente che governa con la serietà di uno studente in gita, una Première Dame che deve dimostrare con referti ospedalieri di non essere un travestito, e un Paese che pretende ancora di salire in cattedra in Europa. “Liberté, égalité, fraternité”? No, oggi la Francia offre solo “ridicule, instabilité, certifié médical”.


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