Esteri

Raid sulla Flotilla. La soluzione dell’Ue si chiama Frontex

Israele accusata di aver attaccato le imbarcazioni

di Ernesto Ferrante -


Gli attacchi dei droni con bombe sonore e petardi contro alcune imbarcazioni della Global Sumud Flotilla al largo della Grecia, hanno provocato vibranti reazioni nella comunità internazionale. Gli attivisti hanno raccontato di aver pensato a uno scherzo quando via radio è stata diffusa la canzone “Dancing Queen” degli Abba. Invece era il segnale dell’imminente attacco. Life Support, la nave di ricerca e soccorso di Emergency che sta accompagnando la flotta umanitaria con il ruolo di imbarcazione osservatrice e di supporto medico e logistico, ha confermato il raid, smentendo chi ha ipotizzato una messa in scena per attirare l’attenzione. “Dal ponte di comando abbiamo visto un’alta presenza di droni nell’area che si sono avvicinati da diverse direzioni e i flash delle esplosioni che hanno colpito diverse barche”, ha detto Anabel Monte Mier, capomissione della Life Support.

La reazione delle Nazioni Unite all’attacco alla Flotilla

L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani ha chiesto la cessazione degli “attacchi” alla Flotilla diretta verso la Striscia di Gaza, sollecitando un’indagine “indipendente”. “È necessario condurre un’indagine indipendente, imparziale e approfondita” e “questi attacchi devono cessare”, ha dichiarato il portavoce dell’Alto Commissariato, Thameen Al-Kheetan.

L’Ue esige il rispetto della libertà di navigazione

La Commissione Europea ha fatto sapere di “condividere l’impegno” della Global Sumud Flotilla, non nascondendo una forte preoccupazione per i “rischi” che corrono le persone a bordo. La portavoce dell’esecutivo Ue Eva Hrncirova, durante il briefing con la stampa a Bruxelles, ha ricordato che la libertà di navigazione, secondo il diritto internazionale, “deve essere rispettata”. Chiaro e diretto il messaggio indirizzato a chi ritiene di essere al di sopra di ogni regola, codice, convenzione o legge: “Nessun attacco, nessun attacco con i droni, nessun sequestro né qualsivoglia uso della forza contro la Flotilla è accettabile”.

Lo strumento di Frontex

L’Europa ha lo strumento adatto ad assicurare la protezione necessaria alla Global Sumud Flotilla: si chiama Frontex, l’agenzia europea che si occupa del confine esterno dell’Ue. Israele, la principale accusata per gli attacchi, dopo le ripetute minacce del premier Benjamin Netanyahu e dei suoi ministri, di fatto sta usando tecniche di guerriglia, simili per certi versi a quelle dei pirati del mare. L’Ue, anche dal punto di vista squisitamente giuridico, sarebbe legittimata ad intervenire immediatamente per difendere le navi che battono bandiera dei suoi Stati membri.

A Gaza sale il numero dei morti

Almeno 64 palestinesi sono stati uccisi da Israele ieri mattina, 42 dei quali sono morti nella città di Gaza. Il ministero degli Esteri dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) ha definito “ingiustificata” la decisione dello Stato ebraico di chiudere il valico di Allenby, unico collegamento tra la Cisgiordania e la Giordania, etichettandola come una “forma di punizione collettiva”. In una nota, il ministero ha spiegato che “il valico è l’unica via di spostamento per oltre 3 milioni di palestinesi che vivono in Cisgiordania verso il mondo esterno, e la sua chiusura provoca ingenti danni umanitari ed economici”. Oltre 700mila palestinesi hanno già lasciato Gaza City per dirigersi verso il sud della Striscia di Gaza. Prima della massiccia offensiva di Tel Aviv, i residenti erano circa un milione.

Un drone, che per l’esercito israeliano è partito dallo Yemen, si è schiantato su un centro commerciale a Eilat, la città più meridionale di Israele, provocando il ferimento di venti persone. La polizia e le Idf hanno riferito che stanno indagando sull’incidente. Le riprese hanno rivelato danni significativi all’area.

Le parole forti del Papa

Papa Leone XIV ha bacchettato Netanyahu. Il riconoscimento dello stato di Palestina “potrebbe aiutare” la causa, “ma in questo momento veramente dall’altra parte non si trova volontà di ascoltare e quindi il dialogo è rotto”, ha sottolineato il Pontefice a Castel Gandolfo, prima di fare rientro in Vaticano. Sempre più Paesi riconoscono lo stato di Palestina. “Gli Stati Uniti – ha osservato Prevost – saranno gli ultimi, penso”. La Santa Sede ha avallato la soluzione dei due Stati già da molti anni.


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