Esteri

La Flotilla rifiuta la mediazione italiana. Tajani: “Strada pericolosa”

Il ministro degli Esteri ribadisce la linea italiana: “Non è forzando un blocco che si aiutano i civili"

di Claudia Mari -


La Global Sumud Flotilla ha respinto la proposta di mediazione del governo italiano per far arrivare via Cipro gli aiuti umanitari diretti a Gaza. Gli organizzatori ribadiscono che l’obiettivo della missione resta quello di rompere l’assedio israeliano e consegnare direttamente i beni di prima necessità alla popolazione della Striscia, definita “vittima di genocidio e pulizia etnica”.

La Farnesina, in una nota, ha nuovamente sconsigliato di proseguire il viaggio verso le acque controllate da Israele, offrendo assistenza logistica a chi decidesse di fermarsi in Grecia. “Gli altri rischiano molto”, avverte il ministero.

Navi di supporto da Italia e Spagna

Dopo gli attacchi subiti dalla Flotilla nei giorni scorsi, l’Italia ha inviato una seconda unità navale a supporto della missione. Il ministro della Difesa Guido Crosetto, però, ha precisato che in acque israeliane non sarà possibile garantire piena protezione. Anche la Spagna ha deciso di intervenire: la nave Furor della Marina è salpata da Cartagena per raggiungere il Mediterraneo orientale con compiti di “assistenza e protezione” in caso di nuove aggressioni.

Flotilla, Tajani: “Strada pericolosa, serve mediazione”

In un’intervista al Corriere della Sera, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha ribadito la linea italiana: “Non è forzando un blocco che si aiutano i civili. Dobbiamo fare di tutto per non mettere a rischio le vite dei militanti della Flotilla, ma anche dei nostri militari, che sono lì con compiti di protezione civile, non per combattere”.

Tajani ha confermato che la mediazione per la Flotilla, sostenuta anche dalla Conferenza episcopale italiana e dal patriarcato di Gerusalemme, è stata al momento rifiutata, ma Roma non rinuncia a trovare una via alternativa per garantire la consegna degli aiuti: “Se l’obiettivo è aiutare davvero la popolazione di Gaza, dobbiamo trovare canali sicuri. È l’unica soluzione possibile per evitare rischi altissimi”.

Intanto l’offensiva israeliana non si ferma. Nella notte, secondo fonti mediche locali, almeno dieci palestinesi sono stati uccisi a Gaza City durante i raid dell’IDF. Le operazioni di terra e i bombardamenti proseguono, mentre crescono le pressioni diplomatiche internazionali per un cessate il fuoco e per l’apertura di corridoi umanitari.


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