E dopo l’odio immancabile, la violenza
Il tempo di asciugare le lacrime per l’assassinio di Charlie Kirk e gli italiani che vivono nelle grandi città, con la pregevole eccezione della capitale, hanno ricominciato a lacrimare, ma per i lacrimogeni e le fiamme dei cassonetti incendiati da coloro che, illuminati dall’odio, e sicuramente contro qualche fascista, che tanto gli puoi fare qualsiasi cosa che non è mai reato, si sono convinti che bloccando strade, autostrade e stazioni riusciranno a fare quello che per far cessare la guerra in Palestina “i governi” e le “diplomazie” non avrebbero voglia di fare. Come i clandestini che faranno quello che gli italiani non fanno più. Senza contare l’immancabile incendio dell’immagine della premier che, di per sé, rende tutti costoro dei creativi intellettuali. Già, perché questo è il bersaglio. Ogni mezzo, anche il più stupido, inutile e idiota per costoro è lecito pur di nuocere in qualche modo a Giorgia Meloni. Non importa come, né facendo cosa. L’interessata aveva dichiarato di aspettarsi la condanna di tutti i partiti e come sempre è stata invece ritenuta responsabile di quanto accade nella striscia di Gaza. Eppure la comprensibile simpatia dei giovani per il massacrato popolo palestinese non deve trarre in inganno. L’odio contro la destra oltre a generare immancabilmente violenza politica, alimenta una dilagante idiozia. La striscia di Gaza è governata da anni da una formazione terroristica paragonabile a quello che sono state le Brigate Rosse in Italia negli anni ’70. Quelle che sono arrivate a rapire e uccidere Aldo Moro, lo statista democristiano ispiratore del c.d. “compromesso storico”. A prescindere dal giudizio su quella specifica strategia, si trattava di uno sforzo politico per arginare la violenza di quegli anni e le Brigate Rosse attaccarono al cuore proprio la politica distensiva di Moro che voleva arginare il loro disegno eversivo e il metodo della lotta armata della sinistra extraparlamentare. Questa è la verità! Nel caso di Hamas, in Palestina, il 7 ottobre 2023, è stata spazzata via la possibilità più concreta che ci sia mai stata di dare pace al popolo palestinese, insieme a quello ebraico, che erano gli accordi di Abramo. Nel 2020, Stati Uniti, Israele e gli Emirati Arabi hanno siglato più dichiarazioni congiunte per porre fine al conflitto in Palestina e bloccare questo processo è stato l’obiettivo della strage del 7 ottobre 2023 che ha dato l’avvio alla reazione israeliana. Queste cose vanno sapute prima di ferire 60 agenti e flagellare i viaggiatori della stazione di Milano e non si può pensare, come pure è stato detto, che in questo modo si svolga una specie di ruolo di supplenza rispetto alle istituzioni. Odio e violenza sono sempre figlie di menzogna e ignoranza. La situazione in Palestina è offensiva per tutti anche se non è chiaro come si potrà porre ad essa rimedio e se potrà mai giovare il riconoscimento di uno stato palestinese che al momento non c’è e se ci fosse sarebbe governato da Hamas in concorrenza con le altre organizzazioni terroristiche finanziate dagli sciiti persiani. Anche al tempo del sequestro Moro si decise di non trattare con i terroristi e fu una scelta giusta perché non si deve mai riconoscere coloro che hanno nel proprio statuto la lotta armata o la distruzione di un altro Stato sovrano, come vuole Hamas con Israele.
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