Sport

Taranto 2026: i Giochi del Mediterraneo che cambieranno il volto della città

di Laura Tecce -


Il conto alla rovescia è iniziato: dal 21 agosto al 3 settembre 2026 Taranto, insieme a diverse località della Puglia, ospiterà la ventesima edizione dei Giochi del Mediterraneo. Migliaia di atleti provenienti da ventisei Paesi europei, africani e asiatici si sfideranno in ventinove discipline portando sotto i riflettori internazionali non solo un grande evento sportivo ma anche la bellezza e la vitalità della Regione.

Un’opportunità di crescita culturale, sociale ed economica per la città e per l’intero territorio, in linea con la missione di lasciare una lasting legacy alle nuove generazioni. Un’occasione storica che porta con sé entusiasmo, attese e inevitabili interrogativi: per la città ionica, da sempre legata a una storia complessa fatta di grandi risorse e difficoltà, i Giochi rappresentano molto più di una manifestazione sportiva. Sono un’opportunità di riscatto e una vera e propria festa di orgoglio.

Non è un caso che il motto scelto per l’evento sia “Il Mediterraneo siamo noi”: una mission ambiziosa – unire i popoli attraverso lo sport, promuovendo la pace, l’amicizia – e un invito a guardare oltre i confini, a sentirsi parte di una comunità più ampia, legata da cultura, tradizioni comuni. Il programma è ampio: oltre alle discipline olimpiche più note, spazio anche a sport innovativi come il Baseball5, il Flying Disc e la Kickboxing, presentati come dimostrativi. A fare da cornice, impianti nuovi e rinnovati: lo Stadio Nuovo Iacovone, il PalaRicciardi, moderno stadio del nuoto con vasche olimpioniche da 50 metri, e il Centro Nautico ricavato dall’ex Stazione Torpediniere. Un’eredità che resterà alla città, utile non solo allo sport professionistico ma all’intera comunità, in grado di accendere la passione per lo sport tra le giovani generazioni promuovendo l’attività fisica come stile di vita. Il budget complessivo è imponente: circa 300 milioni di euro, di cui 275 destinati alle infrastrutture.

Una cifra che promette di trasformare il volto urbano, migliorare la viabilità, dare nuovo impulso al turismo e all’economia locale. Le ricadute attese sono significative: alberghi, ristoranti, artigiani e operatori del settore potranno beneficiare dell’afflusso di visitatori e della visibilità internazionale. La città, che porta con sé un’eredità storica e culturale millenaria, potrà finalmente mostrarsi al mondo sotto una luce diversa. Il lungomare, il centro storico, le spiagge del Mar Grande e del Mar Piccolo saranno parte integrante dell’esperienza dei Giochi, regalando a visitatori e atleti uno scenario unico.

Accanto alle luci, però, non mancano le ombre. I tempi sono stretti e molti cantieri devono ancora entrare nel vivo. Il rischio di ritardi è concreto e, di riflesso, anche la paura che alcune opere non vengano completate per tempo o non trovino poi un utilizzo adeguato. Per scongiurare le cosiddette “cattedrali nel deserto” le istituzioni locali e nazionali garantiscono che il cronoprogramma sarà rispettato e che i Giochi non solo si svolgeranno regolarmente, ma lasceranno un patrimonio durevole. Un banco di prova impegnativo, ma anche una promessa di rinascita.


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