Forza Italia a Telese: governo, territorio e obiettivo 20%
A Telese il centrodestra si racconta: tra visioni di governo, identità e il sogno elettorale
Il cuore del Sannio batte più forte in questi giorni. Telese non è solo il luogo di acque termali e silenzi rurali, ma il teatro scelto da Forza Italia per mettere in scena la sua narrazione: concreta, ambiziosa, e a tratti anche emozionale. Una tre giorni,dal 26 al 28 settembre, che intreccia ministri, imprese, territori e volti del partito. E che prova a rispondere, punto per punto, alla grande domanda: “Che cosa ha fatto davvero questo governo?”.
Dal palco, voci e volti del Governo
Ad aprire i lavori, nel pomeriggio del 26, una tavola rotonda che sa di dialogo trasversale. A moderare è Pietro De Leo, penna solida de Il Tempo. Sul palco si alternano la ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone, la ministra per le Riforme Maria Elisabetta Casellati, il CEO di Seda Group Antonio D’Amato, il manager FS Gianluca Orefice, il presidente Coldiretti Ettore Prandini e Luigi Marattin, segretario del Partito Liberaldemocratico. Politica e impresa, istituzioni e rappresentanza sociale. Si parla di riforme, lavoro, Sud, ma soprattutto di “modello Italia”.
E mentre la sera scende su Telese, il programma si apre alla leggerezza con Mogol e Gianmarco Carroccia che portano sul palco “Emozioni”, un omaggio a Lucio Battisti che incanta la piazza. Un modo elegante per dire: sì, la politica può anche commuovere.
Sabato: il giorno del racconto (e del rilancio)
La mattina di sabato è un crescendo. I pannelli si susseguono con ritmo serrato. Ogni titolo è una dichiarazione d’intenti: “Più fatti, più libertà”, “Più innovazione, più libertà”, “Più energia, più libertà”…e così via, in una costruzione retorica che somiglia più a una maratona identitaria che a un semplice convegno.
A prendere parola sono protagonisti del governo come Anna Maria Bernini (Università e Ricerca), Gilberto Pichetto Fratin (Ambiente), Paolo Zangrillo (Pubblica Amministrazione), Antonio Tajani, vicepremier e segretario di FI, ma anche Flavio Cattaneo (Enel), Agostino Scornajenchi (Snam), Emanuele Orsini (Confindustria), Matteo Del Fante (Poste). È la galassia istituzionale ed economica del centrodestra che si mette in mostra. L’obiettivo è chiaro: dimostrare che governare è fare, e che la parola “libertà” non è solo uno slogan, ma un principio guida.
Territorio, identità, comunità
Nel primo pomeriggio si cambia tono: il panel “Cattolici al centro” riunisce nomi come Giorgio Merlo, Raffaele Lombardo e Antonio Di Matteo, e apre uno spazio a un’identità più riflessiva, che cerca un centro politico ma anche valoriale. Subito dopo, spazio all’organizzazione del partito con l’ambizioso titolo: “Forza Italia sul territorio: obiettivo 20%”. È forse qui che si avverte il senso più forte di “militanza”, con i responsabili delle varie articolazioni azzurre – dai seniores ai giovani, dalle donne ai responsabili elettorali – che lanciano un messaggio netto: la struttura c’è, e vuole contare.
Europa, salute, lavoro: il perimetro largo del partito
Nel tardo pomeriggio si torna alla politica “alta”, quella delle alleanze europee e della proiezione internazionale. Antonio Tajani, con accanto Manfred Weber (PPE) e Roberta Metsola, presidente del Parlamento Europeo, tratteggia una visione che unisce europeismo e radici popolari. Le parole chiave sono “pace” e “libertà”. Ma nel sotto-testo si legge anche la tensione verso il 2026, quando le urne chiameranno di nuovo. Non mancano temi caldi come la sanità, con interventi di professionisti e rappresentanti delle commissioni parlamentari, né quelli economici, affidati a Confindustria, Confartigianato, sindacati e imprese.
Un partito che si organizza, un’identità che si ricompone
Telese non è Roma, ma proprio per questo ha funzionato: fuori dai riflettori delle grandi città, Forza Italia ha trovato un luogo dove parlare di sé, del governo, dei prossimi obiettivi. Dove discutere, spiegare, persino emozionare. E in fondo, nel programma denso, nel corridoio affollato dietro il palco, nei volti stanchi ma soddisfatti dei militanti, si avverte qualcosa di simile a un tentativo di rinascita. Forse non è ancora una svolta, ma è sicuramente un segnale.
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