La Flotilla fa vacillare la nostra sicurezza
IL PICCHIO – La Flotilla fa vacillare la nostra sicurezza
Mentre gli slogan pro-Palestina attraversano le piazze e il Mediterraneo, il confine fra libertà di espressione e degenerazione è sempre più sottile, e la civiltà dei diritti lascia il posto agli istinti tribali. Nelle città come Torino, ove è stato indetto lo stato di agitazione in scuole e università, in un clima di durissima contrapposizione si corre il rischio di sollecitare rigurgiti di sopiti estremismi.
Con rammarico affermo che l’opposizione non ha elaborato una propria linea sulla sicurezza pubblica, avendo scelto la politica del pendolo che oscilla tra moralismi e silenzi imbarazzanti. Effetto di slogan e promesse non mantenute, di una classe politica percepita distante dai problemi quotidiani dei cittadini, avendo indotto molti elettori a disertare la partecipazione, frastornati dalle confuse voci che si rincorrono per leadership che non assumono forma. Mentre lo spazio pubblico è lasciato a chi urla più forte e al qualunquismo d’annata, mentre l’attivismo pro-Pal che dovrebbe alimentare il confronto e stimolare chi è preposto a compiere scelte delicate, spesso degenera in rabbia che mescola la solidarietà all’odio.
Chi crede nella libertà d’espressione e nella solidarietà, non può tollerare la violenza, o forme di abuso e iniziative pericolose, tra cui quella di mettere a repentaglio la propria vita con il rischio concreto di creare un gravissimo incidente diplomatico. L’opposizione parlamentare di fronte alle delicatissime criticità di questa fase dovrebbe fare da argine come seppe fare il PCI nelle fasi più delicate della Repubblica. È noto che l’opposizione ha abbandonato da tempo l’impegno per una propria proposta della sicurezza pubblica e urbana, essendosi limitata a spettatrice critica o distratta, considerando minore la protezione dello spazio pubblico sul tema.
In compenso, quando c’è da fare una dichiarazione indignata è imbattibile ma la sicurezza dei cittadini, si sa, non è argomento che fa tendenza in alcuni salotti. Diversamente l’iniziativa della Flotilla fa emergere l’indefinito confine tra una nobile iniziativa e il fanatismo. Ora il problema è chi garantirà la sicurezza degli equipaggi della Flotilla se riuscirà ad entrare nelle acque territoriali israeliane, ove le navi della nostra Marina militare non potranno seguirla come annunciato dal Governo e dal saggio invito del Presidente Mattarella, mentre gli slogan d’indignazioni evaporeranno prima di giungere sul bagnasciuga della Striscia di Gaza.
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