Politica

Donzelli: Fdi rivendica il Veneto. Zaia avverte: serve confronto vero. Il centrodestra è ancora senza nome

di Ivano Tolettini -


A meno di due mesi dal voto, il centrodestra veneto resta senza candidato alla presidenza della Regione. Un vuoto che pesa e che alimenta tensioni tra Lega e Fratelli d’Italia. Il partito di Giorgia Meloni, per bocca del vicepresidente del Copasir e responsabile organizzativo Giovanni Donzelli, non intende rinunciare a rivendicare un ruolo da protagonista. “Abbiamo rispetto degli elettori e aspettiamo sempre il loro giudizio con serena curiosità – afferma –. In Veneto la scelta del successore di Zaia non è semplice: era amatissimo e capace. Fratelli d’Italia non vuole piantare bandierine, ma come primo partito del Paese con percentuali che al Nord superano il 30%, ha lo stesso diritto degli alleati di esprimere presidenti di regione. “Abbiamo una classe dirigente pronta a governare ovunque, e lavoriamo con serenità per trovare la soluzione migliore nell’interesse dei cittadini”. Parole che suonano come un messaggio diretto alla Lega. Perché il nodo è tutto lì: chi prenderà il posto di Luca Zaia? La Lega difende la propria storica posizione di partito di governo nella regione ed ha lanciato la candidatura di Alberto Stefani, ma FdI oggi è il primo partito nei sondaggi, con percentuali che superano il 30% e sostiene Luca De Carlo o Raffaele Speranzon. Lo stesso Zaia, pur restando defilato, ha lanciato un monito. “Ho vissuto campagne elettorali molto più infuocate. Spero che questa sia un confronto sereno, dove tutte le parti possano rappresentare le loro ragioni – ha detto il governatore a Palazzo Balbi –. Le elezioni sono purificatrici e sanificatrici”. Un modo per spostare l’attenzione dai veti incrociati al valore della competizione. Sul fronte opposto, il Pd con Giovanni Manildo è già in campo e alza la voce. Andrea Martella, segretario regionale, attacca: “A meno di otto settimane dal voto veneto il centrodestra non ha ancora un candidato presidente. Ci dicono che mancano poche ore o pochi giorni, ma è incredibile che si sia dovuto aspettare l’esito delle elezioni nelle Marche perché trovassero un accordo. Sempre che non serva aspettare anche la Calabria”. Per Martella è una “mancanza di rispetto verso il territorio, le famiglie, le imprese. Il Veneto merita di più”.
Il calendario segna già l’appuntamento: il 23 e 24 novembre si vota. Eppure nel centrodestra la casella principale resta scoperta. Non è escluso che il nome possa arrivare a breve, tra oggi e sabato. Ma c’è chi scommette che bisognerà attendere l’esito delle regionali in Calabria di domenica e lunedì prossimi, altro test cruciale per la coalizione. Se Luca Zaia sarà il capolista della Lega in tutte le province venete, l’ex compagno di partito Flavio Tosi, europarlamentare ed ex sindaco di Verona, sarà invece il capolista di Forza Italia. In ogni caso, il messaggio che arriva dal Veneto è chiaro: le tensioni non mancano. La scelta del candidato non è più solo un fatto locale, ma da settimane è un banco di prova dei rapporti di forza nel centrodestra nazionale. Tuttavia, c’è chi scommette che i big del centrodestra il nome per il Veneto l’abbiano già scelto, ma lo comunicherebbero dopo il voto calabro. “Il Veneto non è un’asta – conclude il ministro Francesco Lollobrigida -, la forza del centrodestra è nella sua coesione. Governiamo la nazione e per noi quello che più conta è l’unità dell’alleanza. Certo, FdI è il primo partito anche al Nord”.


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