Attualità

Msc: no alla rotta artica sulla quale preme la Cina

Cosa c'è dietro la decisione ribadita dalla compagnia di Aponte

di Angelo Vitale -


Lo aveva annunciato già sei anni fa, ora Msc lo ribadisce ai suoi clienti: la compagnia di navigazione internazionale fondata nel 1970 da Gianluigi Aponte in Italia, ha deciso di non utilizzare la rotta artica promossa dalla Cina.

Msc: no alla rotta artica

Mscc, fondata nel 1970 da Gianluigi Aponte in Italia, è oggi la più grande compagnia di trasporto container al mondo. E può vantare circa il 20% della capacità globale di trasporto container e 21 milioni di movimenti all’anno.

Msc ha, nell’ambito di questa decisione, preoccupazioni ambientali e sfide operative da mettere in atto, oltre che considerazioni commerciali. Invece, la Cina spinge per affermare il transito via Artico perché questo rotta permette di ridurre sensibilmente i tempi di percorrenza tra Asia ed Europa, circa 18-20 giorni contro i 30-40 via Canale di Suez o Capo di Buona Speranza. E limita anche i rischi legati alle aree di conflitto come nel Mar Rosso, teatro di attacchi e tensioni e a strettoie trafficate come quello di Malacca, che eventuali conflitti aperti con Taiwan potrebbero bloccare.

La Cina preme per questa rotta

Ma la rotta artica ha sviluppo per gran parte in acque russe e rafforza pure i legami geopolitici tra Mosca e Pechino. Inoltre, offrendo al Paese del Dragone un percorso alternativo strategico che riduce la dipendenza da rotte marittime tradizionali.

Oltre a Msc, anche altre grandi compagnie di navigazione internazionali come Cma Cgm, Maersk, Evergreen e Hapag-Lloyd si sono affidate a una posizione di prudenza o rifiuto verso l’utilizzo della rotta artica, preferendo continuare a operare sulle rotte marittime consolidate a sud. La spinta cinese, invece, presenta una combinazione di vantaggi commerciali decisivi con la ricerca di una maggiore autonomia strategica.


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