“Muro contro muro” in Parlamento, aspettando le piazze per Gaza
Ancora una volta Pd, 5 Stelle e Avs hanno scavato in una frattura che oggi ritengono sempre più necessaria
L'aula della Camera dei Deputati durante le dichiarazioni di voto del ddl in materia di economia dello spazio, Roma, 06 marzo 2025. ANSA/ANGELO CARCONI
Il giorno dopo il via del prolungato abbordaggio della Global Sumud Flotilla, alla Camera l’approvazione della risoluzione di maggioranza sul riconoscimento condizionato dello Stato di Palestina, in un “muro contro muro”.
Parlamento diviso, aspettando le piazze per Gaza
A differenza di quella sul piano Usa disegnato da Donald Trump per Gaza, approvata senza voti contrari e con l’astensione dei soli Pd, M5S e Avs, in questo caso i voti contrari dei tre maggiori partiti di opposizione hanno fatto la differenza.
Ancora una volta le principali opposizioni al governo Meloni hanno scelto la politica estera come campo principale di battaglia al centrodestra.
Fuori Montecitorio, ma a debita distanza sotto il controllo di un robusto cordone delle forze dell’ordine, mercoledì sera avevano sciamato 10mila persone non chiamate nelle strade della Capitale da nessuna allerta di partito.
E domenica, in Calabria, la terza tappa della maratona elettorale delle Regionali che si concluderà a fine novembre rinnoverà gli interrogativi e le attese che il centrosinistra allargato si pone sull’esito delle urne.
Il “muro contro muro”: Pd, 5 Stelle e Avs scavano la frattura
Ancora una volta, quindi, Pd, 5 Stelle e Avs hanno scavato in una frattura che oggi ritengono sempre più necessaria. Lo ha rilevato ieri in Aula il capogruppo azzurro Andrea Orsini: “La politica estera, soprattutto su temi tanto delicati, non dovrebbe essere occasione di divisione, dovrebbe essere invece il terreno dell’unità nazionale intorno ai valori fondanti della nostra democrazia. Lo ha dimostrato mille volte il presidente Berlusconi, che anche stando all’opposizione sostenne i governi di centrosinistra nei momenti più delicati”.
E ha registrato che “per l’opposizione prevale la logica delle divisioni interne”. Un solco netto. La segretaria dem Elly Schlein, rivolta alla premier Meloni, ha detto: “Nelle pagine più buie della Storia non resterà scritto ciò che non avete fatto pur avendone il potere, ma ciò che avete lasciato accadere”.
Per il presidente 5 Stelle Giuseppe Conte “la politica estera del governo è disonorevole e sconsiderata. La risoluzione di centrodestra ci porta dalla parte sbagliata e rende l’Italia complice di scelte sbagliate nel conflitto”. E per Nicola Fratoianni di Avs “il riconoscimento dello Stato palestinese è l’unico passo che può segnare una svolta vera”.
Discorso diverso, invece, per le posizioni di Italia Viva, Azione +Europa. Da loro, considerazioni da tempo avanzate che si sono incanalate in un segnale preciso di moderazione. Anche qui, più evidente per i partiti guidati da Matteo Renzi e Carlo Calenda, la ricerca di una “responsabilità comune” sulla situazione di Gaza.
Ma, ancor più, forse l’unica possibilità che, nello scenario della politica nazionale, si possa affermare una sponda per continuare a credere, nell’attuale Parlamento, nella necessità di un confronto dialettico per il Paese.
Domenica il voto in Calabria
La scelta dello scontro per lo scontro, per questo centrosinistra dominato dall’oltranzismo di Pd, 5 Stelle e Avs che è innanzitutto frutto di strategie per non lasciare troppo spazio ai contendenti interni alla coalizione, lo ha fin qui ingessato in un percorso con pochi orizzonti di consolidamento, specie elettorale.
Nel “muro contro muro”, la maggioranza continua ad avere la meglio ma essa stessa appare condannata a perpetuare la polemica, l’affronto netto, il contrasto. Queste ore trascorse “aspettando la notte” della Global Sumud Flotilla ne sono l’ulteriore prova.
Le parole aspre di Meloni, i muscoli di Salvini
Le aspre parole della premier Giorgia Meloni che si rivolgeva agli attivisti della missione per Gaza ma intendeva farle pervenire a chi per il centrodestra “soffia sul fuoco” dentro le principali opposizioni, si sono sposate subito ai muscoli mostrati dal vicepremier Matteo Salvini sul suo abituale cavallo di battaglia della precettazione per contrastare lo sciopero generale di oggi.
Per la presidente del Consiglio vale quanto disse più di una settimana fa a New York a margine dell’assemblea generale delle Nazioni Unite: “Non sono stupida: quello che accade in Italia non ha come obiettivo alleviare la sofferenza della popolazione di Gaza, ma attaccare il governo italiano”.
Perciò l’insistenza sulla responsabilità istituzionale, sul sostegno diplomatico al piano di pace Usa, sulla necessità di mantenere l’ordine pubblico contro le violenze di piazza dei pro Pal.
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