Esteri

L’Europa della difesa sembra più l’Europa della guerra

Scontro tra Tusk e Orban

di Ernesto Ferrante -


Prende forma quella che il presidente del Consiglio Europeo Antonio Costa ha definito “l’Europa della difesa”. Il vertice della Comunità Politica Europea ha confermato e rafforzato il recente andazzo. Il tormentone si chiama “Drone Wall”, ovvero una serie di infrastrutture in grado di rilevare, intercettare e neutralizzare i droni che dovessero entrare nei cieli europei. L’Ucraina, sponsorizzata fortemente dal segretario generale della Nato, Mark Rutte, vuole lavorare con l’Ue per aiutarla a costruire il muro contro i droni, mettendo a disposizione degli alleati l’esperienza accumulata nel settore. Bruxelles sta anche studiando un prestito al Paese di Volodymyr Zelensky utilizzando i beni congelati alla Russia.

La spinta danese al riarmo completo dell’Europa

Nell’ambito della difesa “non ci stiamo muovendo abbastanza velocemente su nulla”, ha ammonito la premier danese Mette Fredriksen, a margine del summit dell’Epc a Copenaghen. L’appuntamento ha anticipato il Consiglio europeo del 23 e 24 ottobre, quando saranno prese decisioni di tipo operativo. “La mia speranza – ha aggiunto Fredriksen – è che tutti riconoscano che dobbiamo considerare l’Ucraina come la prima linea di difesa, quindi tutto ciò che facciamo in Ucraina è difenderci nel resto d’Europa”. La Danimarca spinge sull’acceleratore: il riarmo dovrà avvenire entro il 2030.

Tusk contro Orban

Nel frattempo c’è una guerra da combattere. Il premier polacco Donald Tusk ha sostenuto che una sconfitta dell’Ucraina nel conflitto contro la Russia sarebbe un “fallimento”. Per Tusk, “l’unico vantaggio russo è la mentalità”. Lo scenario più drammatico viene fatto passare come una sorta di contesa muscolare: “Siamo molto più grandi di loro. Il Pil della Polonia sarà paragonabile a quello russo tra due anni. Economicamente non hanno alcuna possibilità contro di noi. La nostra popolazione è di quasi 500 milioni. Insieme al Regno Unito abbiamo 500 milioni, contro 150. Siamo molto più ricchi, tecnologicamente molto meglio preparati. L’unico vantaggio russo è che sono pronti a combattere, sono pronti a sacrificare qualcosa, sono pronti a soffrire”.

Tusk si è addirittura scagliato contro coloro che in Europa continuano a nutrire l’“illusione” che non sia in corso una guerra, come il primo ministro ungherese Viktor Orban. Il leader magiaro ha risposto via social al suo omologo polacco, evidenziando le differenze sostanziali di approccio: “La tua domanda è: chi vincerà la guerra tra Russia e Ucraina. La mia domanda è: come possiamo porre fine alla guerra, salvare decine di migliaia di vite e garantire la sicurezza degli ungheresi. Tu cerchi di vincere una guerra che ritieni tua. Io voglio assicurarmi che prevalga la pace”.

La questione degli asset russi

L’utilizzo degli asset russi per girarli a Kiev comporta rischi seri. In Belgio ha sede Euroclear, la società di clearing che custodisce i titoli congelati alla Banca centrale russa e il governo belga è preoccupato per le rappresaglie a fronte di quello che Mosca potrebbe considerare come un vero e proprio atto di guerra. Scettico è il presidente francese Emmanuel Macron. Decisamente contrario è il premier ungherese Viktor Orban. Ferma la sua posizione: “Se sono di altri, noi non li tocchiamo”, perché in Ungheria “non siamo ladri”.

La replica del Cremlino

L’eventuale utilizzo dei flussi di cassa prodotti dagli asset congelati alla Russia per aiutare l’Ucraina “non rimarrà senza risposta”, ha assicurato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. “Tutti devono capire chiaramente che questa richiesta non rimarrà senza risposta. E, naturalmente, la Russia risponderà garantendo che i suoi interessi siano tutelati in termini quantificabili e che coloro che sono coinvolti in queste azioni illegali siano ritenuti responsabili, legalmente e in altro modo”, ha minacciato ancora Peskov.

Durante il suo ultimo incontro con il capo della Casa Bianca Donald Trump, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha parlato anche della possibile fornitura al suo esercito di “missili a lungo raggio, di armi a lungo raggio”.

La Russia risponderà “in modo appropriato” se gli Stati Uniti forniranno i missili da crociera americani Tomahawk all’Ucraina, ha avvertito il portavoce presidenziale Peskov, stando a quanto riportato dall’agenzia di stampa Tass.

Le notizie apparse su alcuni media secondo cui gli statunitensi fornirebbero agli ucraini informazioni di intelligence per attacchi sul territorio russo, non hanno sorpreso i russi, convinti del fatto che tutte le infrastrutture della Nato e degli Stati Uniti vengano utilizzate per raccogliere e trasmettere informazioni all’Ucraina.


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