Allarme “overtourism”nel BelPaese: Roma e Napoli sorvegliate speciali
Il sovraffollamento turistico
Negli ultimi anni, l’Italia si è confermata tra le mete turistiche più ambite al mondo, attirando ogni anno milioni di visitatori da ogni angolo del pianeta. Tuttavia, questo successo, in alcuni casi, porta con sé una crescente criticità: il sovraffollamento turistico, noto come overtourism. Un fenomeno che, da eccezione stagionale, rischia di trasformarsi in una condizione strutturale per molte località del Paese, con conseguenze che vanno ben oltre l’ambito turistico. Le ricadute riguardano infatti la vivibilità dei centri storici, la tenuta dei servizi locali, la tutela del patrimonio culturale e ambientale, e il benessere stesso delle comunità residenti. Di fronte a questo scenario, il tema dell’overtourism non può più essere ignorato: affrontarlo significa ripensare modelli di sviluppo, politiche di gestione dei flussi e strategie di promozione del territorio.
L’overtourism preoccupa Roma e Napoli
Tra le città “sorvegliate speciali” figurano senza dubbio Roma e Napoli, ogni anno conquistate da turisti e gitani. Un tema, quello dell’overtourism che diventa anche politico, come accade proprio nella Urbe Eterna, dove, secondo il consigliere comunale in quota Lega, Fabrizio Santori, “l’overtourism non è più solo un problema stagionale: è diventato un’emergenza strutturale, causata da un’amministrazione incapace di governare il fenomeno. Il centro storico è al collasso: servizi essenziali ridotti all’osso, commercio tradizionale spazzato via da attività mordi e fuggi, sporcizia e insicurezza a ogni angolo. I residenti sono i grandi dimenticati, costretti ad abbandonare i rioni storici, mentre le periferie restano escluse da ogni progetto turistico serio”. Eppur “Roma – continua a L’identità il capogruppo leghista in assemblea capitolina – avrebbe tutte le carte in regola per diventare un modello europeo di turismo sostenibile, ma serve un cambio di passo radicale: regole certe, un vero piano di rilancio delle periferie, una strategia basata su qualità e sostenibilità, e soprattutto il coinvolgimento dei cittadini. L’Europa lo chiede, le città italiane virtuose si stanno già muovendo, ma Roma resta indietro, intrappolata in un’inerzia amministrativa e in una gestione superficiale e propagandistica del turismo”.
Roma resta la Capitale
A difendere, invece, l’operato del sindaco Gualtieri e spostare l’attenzione anche sul ruolo della regione Lazio, sono i consiglieri della Pisana, Daniele Leodori e Emanuela Droghei: “L’overtourism è un fenomeno che Roma conosce bene: milioni di visitatori sono una ricchezza enorme, ma senza regole rischiano di diventare un problema. Quartieri congestionati, servizi pubblici sotto pressione, qualità della vita dei residenti compromessa: per questo occorre una strategia che distribuisca i flussi oltre il centro storico, investa su mobilità e decoro urbano, valorizzi tutto il territorio. Roma non deve trasformarsi in un parco a tema, ma restare una Capitale viva e sostenibile, capace di accogliere il mondo senza smarrire la propria identità. Bene quindi la scelta di Roma Capitale di aprire un tavolo sugli affitti brevi e fissare un tetto massimo di alloggi turistici: è un passo indispensabile per contrastare l’overtourism. La deregulation cancella comunità intere e costringe famiglie, studenti e persone fragili a lasciare le proprie case. Il Comune fa la sua parte, ma la Regione deve intervenire rafforzando la normativa sulle strutture extra-alberghiere e tutelando l’edilizia residenziale pubblica. La casa non è una merce: difenderla significa combattere l’overtourism e preservare l’identità sociale dei quartieri”. Altra città sotto osservazione è Napoli.
La situazione a Napoli
A fare il punto a L’identità è Luigi Carbone, Consigliere comunale di Napoli e Presidente commissione Cultura e Turismo: “Quando si parla di overtourism il rischio è quello di usare un termine che semplifica troppo. Napoli non soffre di un eccesso di turisti, ma di una tipologia che si concentra in poche strade e in pochi quartieri. È naturale che i visitatori cerchino il centro storico, ma la città non è solo i Quartieri Spagnoli o via Toledo: c’è una Napoli diffusa che ancora oggi non riceve la giusta attenzione. La sfida è duplice: garantire qualità e vivibilità nelle zone più frequentate, e al tempo stesso accompagnare i flussi verso percorsi meno battuti ma altrettanto ricchi di storia, cultura e paesaggio. Dai quartieri collinari ai borghi marinari, dai parchi urbani alle periferie storiche, Napoli – sottolinea ancora – custodisce un patrimonio che chiede di essere raccontato e vissuto. In questa direzione va l’esperienza di Vespero Napoletano, che con il turismo lento restituisce visibilità a luoghi straordinari ma meno noti, proponendo una narrazione alternativa della città. È la dimostrazione che Napoli può diventare riferimento di un turismo sostenibile, capace di ridurre la pressione sul centro e allo stesso tempo offrire esperienze più autentiche e a misura di cittadino e viaggiatore consapevole”, chiosa Luigi Carbone.
Torna alle notizie in home