L’Ucraina ha condotto un massiccio attacco con droni contro la Russia. Le difese russe hanno intercettato 209 velivoli senza pilota. La maggior è stata abbattuta sulle regioni di Kursk, Nizhny Novgorod e Belgorod. Pesante il raid degli ucraini nella parte della regione di Kherson controllata dalla Russia, con un bilancio di quatto morti. “Quattro civili sono stati uccisi sull’autostrada tra Zavodovka e Gornostayevka a seguito di un attacco mirato con droni contro veicoli civili”, ha scritto su Telegram il governatore Vladimir Saldo.
Gli attacchi in profondità dell’Ucraina
Le forze speciali di Kiev hanno colpito nei giorni scorsi una unità della Flotta del Mar Baltico russa, la Grad, una corvetta di nuovo tipo armata di missili Buyan M, mentre si trovava a mille chilometri dalla linea del fronte, sul Lago Onega. La nave era in rotta dal Mar Baltico al Caspio lungo la rotta interna del Volga-Baltico di fiumi e laghi, che connette il canale del Volga-Don al fiume Don e al Mare d’Azov e quindi al Mar Nero. L’Ucraina ha rivendicato di essere in grado di far male in profondità nel territorio russo.
L’esercito russo ha annunciato il controllo di altre due località nel Donetsk e nella zona di Zaporizhzhia. Si tratta di Fedorivka, nel Donetsk, e Novovasylivka, nella regione di Zaporizhzhia.
Le dichiarazioni di Trump
“Ho già preso una decisione, più o meno”. Con i soliti termini vaghi, il presidente statunitense Donald Trump ha affermato di aver deciso di inviare i missili a lunga gittata Tomahawk a Volodymyr Zelensky, ma che vuole prima capire come verranno utilizzati. “Credo di voler scoprire cosa ne stanno facendo. Sai, dove li stanno mandando. Immagino che dovrei porre questa domanda”, ha detto ai giornalisti nello Studio Ovale, spiegando di voler evitare una escalation.
La reazione della Russia
La sua precisazione non ha convinto per niente i russi. La consegna dei missili a lunga gittata all’Ucraina sarebbe “una seria escalation”, perché “possono anche portare ordigni nucleari”, ha ammonito il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. “Dobbiamo aspettare dichiarazioni più chiare” da parte di Trump, ha aggiunto Peskov.
Il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha difeso la scelta degli Usa a margine di un convegno alla Camera: “Mosca fa la sua politica per cercare di rinforzare la propria posizione, lancia dei messaggi politici. Non c’è nessuna escalation. La Russia non può pensare di fare ciò che vuole e poi gli altri devono fare ciò che dice lei. Così non va bene, quindi gli americani fanno le loro scelte e credo che siano anche scelte corrette”.