L’immunità e la doppia morale sui casi Salis e Almasri
Chissà cosa penserebbero i "padri nobili" delle sinistre?
La doppia morale sui casi Salis e Almasri. Ieri, a Strasburgo, l’esito finale della valutazione del Parlamento europeo sull’immunità all’eurodeputata. Ilaria Salis è accusata in Ungheria di aver commesso gravi reati comuni prima della sua elezione.
Il voto a Strasburgo per l’immunità della Salis
Un voto di misura e segreto: 306 voti a favore del no alla revoca dell’immunità e 305 contrari, con 17 astenuti. In più, la coda di un “giallo” per la mancata concessione della ripetizione del voto a un parlamentare cui non funzionava la scheda elettronica.
Tra i voti a favore, sicuramente una settantina di voti di parlamentari di centrodestra dei quali la Salis, probabilmente e perfettamente informata, afferma di non voler rivelare i nomi. Dinamiche sicuramente estranee alla valutazione oggettiva della vicenda, quelle che hanno mosso questi europarlamentari.
Un caso incentrato sulla parola “immunità”, polemicamente indiziata di essere stata interpretata, per il centrodestra più intransigente, come “impunità” da parte delle sinistre europee rappresentate a Strasburgo.
Il voto in Italia per il caso Almasri
Una parola che domani ritornerà alle cronache e in primo piano nel Parlamento italiano chiamato a votare su quella dei ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi e del sottosegretario Alfredo Mantovano per il caso Almasri.
Stavolta, le stesse sinistre ieri a festeggiare la Salis nella plenaria di Strasburgo, a votare contro l’immunità per chi, nel governo, ha invocato una esigenza di “sicurezza nazionale” per aver concesso di ritornare in patria al generale libico accusato di crimini contro l’umanità.
Nel primo caso, il mantenimento dell’immunità per chi è accusato di aver commesso reati comuni prima della sua elezione. Nel secondo, la battaglia politica contro chi la magistratura ha messo sotto inchiesta per l’esercizio delle sue funzioni senza ottenerne alcun tornaconto personale.
La doppia morale
Una doppia morale che verrà riproposta. Il voto nel Parlamento europeo per mantenere l’immunità di Ilaria Salis presentato come una vittoria per la democrazia, lo Stato di diritto e l’antifascismo.
Il voto nel Parlamento italiano promulgando l’esigenza di trasparenza, legalità e della responsabilità pubblica di tre esponenti del governo dei quali si vorrebbe cassata l’immunità.
Chissà cosa penserebbero delle vicende di questi giorni i “padri nobili” delle attuali sinistre nel nostro Paese? “In nome dello Stato di diritto”, i due pesi e le due misure su questi casi entrambi incentrati sull’immunità, per i loro epigoni, hanno uguale significato e valore.
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