Manovra, Bankitalia vuole le coperture: “Evitare misure spot”
Ma Palazzo Koch brinda ai numeri dello spread: "In due anni calato di 100 punti"
Bankitalia teme che non ci siano abbastanza coperture in manovra e ha invitato il governo a limitare le “misure spot”. Il tema, portato al centro dell’audizione davanti ai parlamentari delle Commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato, è sempre lo stesso: la coperta è corta e se l’obiettivo sarà quello di sanare il deficit riportandolo fin da subito al 3% mancheranno i fondi per finanziare le misure di crescita e sostegno a cominciare da quelle per la natalità.
Coperture e manovra, i dubbi Bankitalia
L’analisi sul Dpfp di Palazzo Koch offre numerose chiavi di lettura e spunti che interesseranno il dibattito politico. “La manovra delineata nelle sue linee più generali nel Dpfp appare incentrata su una ricomposizione del bilancio e prevede un limitato aumento del disavanzo nel 2027-28 rispetto all’andamento tendenziale”. Prima il debito. E quindi: “Il Documento non include informazioni sufficienti per avanzare valutazioni sulle singole misure. In ogni caso, gli interventi di copertura dovranno essere certi. Sarebbe inoltre opportuno limitare gli incrementi di spesa o le riduzioni di entrate di natura temporanea: hanno effetti solo transitori sulla domanda, aumentano il livello del debito e risultano spesso difficili da rimuovere”.
Spread, un successo
Una soddisfazione, a Giorgetti e alle ragioni di fondo che ispirano la manovra, gliela concede Bankitalia. “Obiettivi credibili e andamenti migliori delle attese hanno anche contribuito a ridurre il premio per il rischio richiesto dagli investitori: il differenziale tra i titoli sovrani decennali italiani e tedeschi si è ridotto di oltre cento punti base negli ultimi due anni e di quasi cinquanta nell’ultimo anno. Gli stessi fattori hanno agevolato il miglioramento delle valutazioni di alcune importanti agenzie di rating, nonostante il difficile contesto geopolitico e macroeconomico”. E se venerdì S&P rafforza il giudizio sull’Italia è fatta.
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