La Procura chiede il commissariamento di Tod’s per caporalato
La richiesta dei magistrati: "Non c'è caporalato lieve e grave"
La Procura chiede il commissariamento di Tod’s a causa del caporalato che sarebbe stato portato alla luce dalle indagini lungo tutta la sua filiera produttiva. Un colpo pesante per i fratelli Diego e Andrea Della Valle. E, soprattutto, per il colosso della moda e del lusso che gestiscono. La richiesta è stata presentata dal pubblico ministero milanese Paolo Storari ai giudici della Corte di Cassazione davanti ai quali, il 19 novembre prossimo, si terrà l’udienza sul provvedimento dopo un iniziale rigetto deciso dai magistrati della Sezione misure di prevenzione del tribunale di Milano.
Tod’s e il caso del caporalato
L’inchiesta riguarda le condizioni di lavoro in alcune fabbriche gestite da titolari cinesi che avrebbero fornito prodotti e semilavorati all’azienda dei fratelli Della Valle. La società non risulta indagata formalmente ma è stata tirata in ballo in base all’articolo 34 del codice antimafia sulle “carenze organizzative” e “i mancati controlli” che agevolano “colposamente” appaltatori e subappaltatori gravemente indiziati di caporalato, accuse queste sì rivolte a Tod’s. Per cui la Procura ha chiesto il commissariamento. Le ragioni della richiesta formulata dalla Procura di Milano risiede nel fatto che non esiste “una distinzione tra caporalato consentito e non”. È sempre caporalato, sempre reato.
Il ministro Urso annuncia la stretta normativa
Il caso Tod’s e la richiesta di commissariamento consente al ministro Adolfo Urso di presentare le novità legislative che il governo ha intenzione di proporre sul tema del caporalato: “Abbiamo già presentato un’ipotesi normativa che dovrà essere approvata nel più breve tempo possibile in Parlamento, che prevede che ogni brand, come quelli che sono stati colpiti da queste azioni giudiziarie, possano certificare in via preventiva, da un’autorità terza, la piena sostenibilità delle imprese, della loro filiera produttiva, sia sul piano ambientale sia sul piano lavorativo”. E ancora: “Con questa misura, che noi ci auguriamo il Parlamento approvi prima possibile, sarà possibile mettere in sicurezza la filiera produttiva italiana della moda e dell’abbigliamento – ha sottolineato Urso – che è un orgoglio del Made in Italy e salvaguardarne la reputazione del mondo”.
Torna alle notizie in home