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Anonimato? Se hai i soldi, hai una copertura

Il disegno di legge di Kelany, Bignami e Filini trasforma la sicurezza in lusso: chi non può pagare rischia la multa.

di Andrea Fiore -


Il tema della sicurezza è serio. Viviamo in tempi in cui la minaccia del terrorismo è reale, e il volto scoperto può essere una garanzia minima per tutti.
Sapere chi abbiamo davanti è una regola di buon senso, non una forzatura ideologica.
Ma il modo in cui Fratelli d’Italia propone di affrontare la questione del velo integrale lascia perplessi.

Tradotto in soldoni?

La legge, firmata dalla deputata Sara Kelany insieme a Galeazzo Bignami e Francesco Filini, prevede multe da 300 a 3.000 euro per chi indossa burqa o niqab nei luoghi pubblici.
Un’idea che, più che risolvere il problema della sicurezza, rischia di trasformarlo in una questione di reddito.
Chi ha i soldi, ha una copertura. Chi non li ha, resta scoperto.

Se davvero si ritiene che il volto debba restare visibile, la regola deve valere per tutti, senza distinzione di ceto, religione o provenienza.
Altrimenti diventa un messaggio simbolico, utile più ai titoli dei giornali che alla sicurezza reale.

Legge sul burqa: il testo è condivisibile?

Nel testo ci sono misure condivisibili: il contrasto ai matrimoni forzati, il divieto dei certificati di verginità, la tracciabilità dei finanziamenti ai luoghi di culto.
Ma finiscono oscurati da un’impostazione che rischia di colpire chi è già più fragile, trasformando un principio di ordine pubblico in un’ammenda selettiva.

La sicurezza è un diritto, ma non può diventare un privilegio per chi ha il portafoglio più pieno.
E la libertà — anche quella di vestirsi secondo la propria convinzione — non dovrebbe mai dipendere dal saldo di un conto corrente.

E le piazze?

Poi, con i tempi che corrono, si rischia pure che Maurizio Landini convochi uno sciopero generale “a difesa del burqa” e riempia le piazze: sarebbe l’ultima, irresistibile, parodia di un Paese dove anche le libertà si dividono in fasce di reddito.

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