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Esteri

Hamas ha liberato i primi sette ostaggi israeliani

I restanti 13 saranno consegnati alla Croce rossa alle 9 ora italiana

di Ernesto Ferrante -


Sono stati consegnati alla Croce Rossa per poi essere affidati alle Idf i primi sette ostaggi dei 20 che Hamas rilascerà oggi. “Nel quadro dell’accordo per lo scambio dei prigionieri, le Brigate al Qassam hanno deciso di liberare i seguenti prigionieri sionisti in vita”, si legge nella nota pubblicata dal gruppo palestinese nella quale sono stati elencati elencati i 20 nomi. L’annuncio è stato accolto da un boato nella Piazza degli Ostaggi a Tel Aviv. I primi sette rilasciati – inizialmente era stato riferito che ne sarebbero stati rimessi in libertà sei – sono: Gali e Ziv Berman, Matan Angrest, Alon Ohel, Omri Miran, Eitan Mor e Guy Gilboa-Dallal. I restanti 13 saranno consegnati alla Croce rossa alle 9 ora italiana nel sud della Striscia di Gaza. Lo ha detto una fonte del movimento di resistenza islamico ad al Jazeera, secondo quanto riferisce Ynet.

Massima attenzione per la liberazione degli ostaggi israeliani

Il capo di Stato Maggiore delle Idf Eyal Zamir ha condotto una valutazione della situazione di sicurezza nella sala operativa per gli ostaggi, sottolineando la necessità di mantenere elevati livelli di allerta e prontezza. “La missione è ancora in corso ed è nostro dovere nazionale e morale agire fino al ritorno di tutti gli ostaggi”, ha spiegato Zamir.

Il comunicato di Hamas

Hamas ha espresso il suo “impegno nei confronti dell’accordo raggiunto” con lo Stato ebraico sulla base del piano del presidente degli Stati Uniti Donald Trump “e della relativa tempistica, a condizione che li rispetti anche l’occupante”.

“L’accordo raggiunto è il frutto della tenacia e della resistenza del nostro popolo. L’occupante avrebbe potuto riavere vivi la maggior parte dei suoi prigionieri molti mesi fa, ma ha continuato lo stallo”, è scritto ancora nel comunicato delle Brigate al-Qassam. Hamas ha sostenuto di aver tentato di porre fine alla “guerra di sterminio” molti mesi fa, accusando Israele di aver “ostacolato tutti questi sforzi”.

Per riavere gli ostaggi è servito il piano di Trump

La fazione ha evidenziato un aspetto che il premier israeliano Benjamin Netanyahu e i suoi alleati non vogliono riconoscere, per evidenti ragioni di propaganda: “Nonostante la superiorità della sua intelligence e della sua forza, il nemico non è riuscito a recuperare i prigionieri attraverso la pressione militare” e ora “il nemico si sottomette e recupera i suoi prigionieri attraverso uno scambio, come la resistenza aveva promesso fin dall’inizio”. Senza le pressioni e la mediazione di Usa, Qatar, Egitto e Turchia si sarebbe continuato a versare solo altro sangue.


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