L'identità: Storie, volti e voci al femminile Poltrone Rosse



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SPOILER: CORRETE IN SALA – L’orrore che unisce

di Amarcord -


L’orrore che unisce – “Together”

SPOILER: CORRETE IN SALA

Il regista australiano Michael Shanks debutta con il suo primo lungometraggio dal titolo “Together”, un horror scritto e diretto dal regista stesso, che vede come protagonisti Dave Franco, fratello minore del più noto James Franco, nei panni di Tim e Alison Brie che interpreta la fidanzata Millie. Il film racconta la storia del loro trasferimento fuori città in un paesino di campagna in mezzo ai boschi, Tim è un trentacinquenne musicista non del tutto indipendente mentre Millie è una appassionatissima maestra.
Durante una passeggiata nei boschi cadono all’interno di una caverna senza campo dove rimarranno per tutta la notte, il giorno seguente si sveglieranno con le gambe incollate l’uno all’altra, come se i corpi fossero magneticamente attratti tra di loro. Questo film è stato definito un body horror, termine odiato dal pioniere di questo genere, il regista David Cronenberg, e non si può negare che i suoi film, così come “La cosa” di Carpenter del 1982 e “Society” di Yuzna del 1989 siano riferimenti per questo film.
Peccato che nella seconda parte si sovvertano i classici cliché del genere horror grazie a una sceneggiatura eccellente che ci fa percepire quanto la relazione tra i protagonisti sia traballante e in bilico. Le interpretazioni dei due attori sono fantastiche e in perfetta sintonia, soprattutto nei momenti più soprannaturali, dove entrambi riescono a rendere credibile e spaventosa la loro performance. Se si amano gli horror anni ’80 e più in generale si ama il genere horror questo film è assolutamente da non perdere.

Una questione di pixel – “Tron: Ares”

ATTENZIONE: FREGATURA

Androidi, intelligenza artificiale e corporazioni che agiscono nell’ombra, “Tron: Ares” è un film che contiene molti dei temi sensibili del nostro tempo. È stato prodotto con un budget che secondo le fonti oscillerebbe tra i 180 e i 200 milioni e la Disney a quanto pare per recuperare il budget speso, a fronte di un esordio globale da solo 90 milioni d’incassi, avrebbe già pronta la sua nuova attrazione di Tron a Disney World.
Qualcuno descrive il film come divisivo dato che, se è certamente vero che alcuni combattimenti possono risultare “spettacolari”, è anche altrettanto vero che la storia del film è scontata e lineare. Ares, interpretato dall’attore e produttore di questo film Jared Leto, è un software di sicurezza dotato di un’intelligenza artificiale progettato da Julian Dillinger, interpretato da un Evan Peters troppo esasperato e inconcludente. Nessuna interpretazione convince tranne il personaggio di Athena che spicca a causa della sua cattiveria e freddezza, Ares è scontatamente il più umano dei soldati e si ribella al creatore.
Tutto purtroppo risulta essere troppo veloce, sia i pochi momenti drammatici sia i combattimenti finali corpo a corpo, così come la colonna sonora dei Nine Inch Nails che parte in maniera interessante per poi gonfiarsi troppo nella seconda parte di un film che sogna di diventare un franchise alla Star Wars, come suggerisce la scena dopo i titoli di coda. Ma sfortunatamente si perde nei dialoghi e nella mancanza di calore umano sullo schermo, l’ironia delle battute stona con il tono serioso con il quale si pone il film.

Un western in chiave autoriale – “Testa o croce?”

CI METTO LA FIRMA

Testa o croce?” cofirmato alla regia da Alessio Rigo De Righi e Matteo Zoppis è una commedia western fuori da ogni canone del genere: i campi lunghi, contrariamente a quello che ci si aspetta in un western, sono usati solo in determinati frangenti e sono carichi di emotività paesaggistica, grazie ad una fotografia che esalta al massimo le sfumature dei tramonti che riflettono sui capelli rossi di Rosa, la nostra protagonista.
Questo film mostra la fuga di due innamorati vittime delle loro scelte, ma il modo anticonvenzionale con il quale scorre la seconda parte di questa storia rende il film un gioiello imperdibile, le interpretazioni di Alessandro Borghi, Nadia Tereszkiewicz, John C. Reilly e Gabriele Silli sono straordinarie, ognuna per diversi motivi. Borghi spicca per espressività e forza soprattutto nelle scene di canto, John C. Reilly interpreta un Buffalo Bill divertente e posato nel modo in cui ci narra i capitoli di questa storia, Nadia Tereszkiewicz e Gabriele Silli ricordano rispettivamente Claudia Cardinale e Henry Fonda nel capolavoro di Sergio Leone “C’era una volta il west”, la prima grazie alla sua eleganza e determinazione femminile, il secondo per il suo sguardo penetrante e misterioso.
Il film pur non essendo derivativo di altri western non si astiene dal citare il capolavoro di Sergio Leone del 1968, soprattutto con un movimento di gru della macchina da presa atto a mostrare la costruzione della ferrovia, tema portante di questo imperdibile film di produzione italo-statunitense.


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