Manovra a pezzi: oggi in Cdm c’è (solo) il Dpb
Doppio appuntamento a Palazzo Chigi: obiettivo chiudere le scadenze Ue e allargare la discussione
Bandiere a mezz'asta a Palazzo Chigi per l'alluvione in Emilia Romagna, Roma, 24 maggio 2023. /// Flags at half-mast on the facade of Chigi Palace following the deadly floods in Emilia-Romagna region, in Rome, Italy, 24 May 2023. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI
Manovra a pezzi: doppio consiglio dei ministri, oggi si parlerà solo del Dpb, il documento di programmazione di bilancio, che Bruxelles pretende di vedere approvato, e di trovare pronto da analizzare, entro e non oltre il 15 ottobre. Si parlerà in seguito, forse già giovedì, dell’impianto dell’intera manovra che finirà al vaglio della Camera entro e non oltre il 20 ottobre prossimo.
Manovra a pezzi: il calendario
Saranno giorni intensi per gli esponenti del governo. Dopo aver concluso il giro di consultazioni tra parti sociali e stakeholders, la manovra proseguirà il suo iter ma a pezzi. Oggi ci sarà il consiglio dei ministri che sarà chiamato a dare l’ok al Dpb. Il secondo appuntamento con ogni probabilità sarà fissato per giovedì. Lo sdoppiamento è dovuto alla doppia esigenza, da un lato, di rispettare le scadenze imposte dalla Commissione Europea. L’Italia, nonostante tutto, resta ancora legata a una procedura per deficit eccessivo e ai rigori del Patto di Stabilità. E, dall’altro, alla volontà di aprire, per quanto possibile, alle tante proposte giunte in sede di consultazione.
A che punto è la trattativa
I fronti caldi, politici ed economici, sono tanti. La manovra si compone di misure e pezzi che vanno incastrati come quelli di un puzzle. La chiave di volta riguarda la discussione con le banche. Esclusa, almeno per ora, l’ipotesi di una tassa sugli extraprofitti, per gli istituti di credito si tratterrà, comunque, di allargare i cordoni della borsa. Servono almeno un paio di miliardi per far quadrare tutto. E potrebbero arrivare dalle banche. Intanto, anche ieri, le imprese hanno alzato la voce riferendo, come Confindustria, di non aver letto la parola “crescita” nell’incartamento della manovra.
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