Biella, operazione “Stella Verde”: cinque indagati per caporalato nei cantieri pubblici
Un’articolata operazione della Guardia di Finanza di Biella ha smantellato una rete di caporalato. L’operazione, denominata “Stella Verde”, ha portato all’esecuzione di perquisizioni in otto regioni nei confronti di cinque persone. Queste sono accusate, a vario titolo, di sfruttamento di manodopera straniera, lesioni colpose aggravate dalla violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro e subappalto non autorizzato. L’indagine, coordinata dalla Procura di Biella, è scaturita dalla denuncia di un incidente avvenuto alla diga dell’Ingagna di Mongrando, che ha coinvolto un operaio di origine magrebina.
Caporalato a Biella, dalla denuncia alla scoperta
L’uomo, rimasto gravemente ferito alla mano nel dicembre 2024, ha trovato il coraggio di denunciare. Non solo l’incidente, ma anche le condizioni di sfruttamento a cui erano sottoposti lui e altri lavoratori stranieri impiegati nei cantieri. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, gli operai (tutti regolari) sarebbero stati costretti a turni di lavoro estenuanti. Nessuna pausa né giorni di riposo, e privati dei diritti fondamentali previsti dai contratti collettivi.
Le perquisizioni, coordinate a livello nazionale, si sono svolte anche in Liguria, Veneto, Emilia-Romagna, Marche, Campania, Basilicata e Calabria. Con il supporto delle fiamme gialle di Torino, Vercelli, Genova, Rovigo, Bologna, Macerata, Napoli, Caserta, Potenza e Cosenza. Oltre alla documentazione, gli inquirenti hanno sequestrato materiale informatico ritenuto utile per ricostruire la rete di subappalti e verificare eventuali responsabilità.
Dalle prime verifiche è emerso che i lavoratori vivevano e operavano in condizioni igieniche precarie, senza dotazioni di sicurezza adeguate nonostante le mansioni pericolose. Le retribuzioni venivano stabilite in modo arbitrario e chi provava a ribellarsi sarebbe stato oggetto di minacce e violenze.
Le indagini proseguono per accertare l’intera catena di responsabilità e per verificare l’eventuale coinvolgimento di imprese appaltatrici e subappaltatrici in forme di caporalato nei lavori pubblici. L’obiettivo della Procura è ora chiarire se il sistema illecito possa estendersi ad altri cantieri sul territorio nazionale.
Torna alle notizie in home