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Giustizia

Caso Almasri: a Montecitorio il nodo Bartolozzi

La maggioranza chiede al presidente della Camera di valutare il conflitto di attribuzione

di Angelo Vitale -

Giusi Bartolozzi


Il caso Almasri, con il nodo Bartolozzi, continuerà ancora a impegnare la politica e ad animare il dibattito e la polemica del Parlamento.

A Montecitorio il nodo Bartolozzi

Lo si era intuito giorni fa, all’atto del voto contrario al processo a carico dei ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi e del sottosegretario Alfredo Mantovano.

Già allora il relatore di maggioranza Pietro Pittalis aveva fatto cenno alla vicenda della capo di gabinetto di Nordio, Giusi Bartolozzi, accusata di dichiarazioni mendaci al pubblico ministero dalla Procura della Repubblica di Roma.

Una strategia tesa a frammentare “l’unitarietà della vicenda” – secondo Pittalis – proprio al fine di ricondurre il nodo Bartolozzi a un procedimento ordinario, che avrebbe non poco amplificato ulteriormente la vicenda.

La lettera a Fontana sulla coda del caso Almasri

Ciò che il centrodestra vuole evitare. Ieri perciò, il “nodo Bartolozzi” di nuovo alla Camera, con la lettera siglata da tutti i capigruppo di maggioranza e trasmessa al presidente della Camera Lorenzo Fontana.

Contiene la richiesta all’Ufficio di presidenza di valutare “l’opportunità di sollevare il conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato davanti alla Corte costituzionale”. Fontana ha chiesto alla Giunta di “fornire elementi di valutazione” che la Giunta trasmetterà mediante con un parere da sottoporre a votazione.

“Nel caso in esame – si afferma nella lettera – non è in discussione il principio secondo cui spetta all’autorità giudiziaria qualificare i reati, bensì l’uso distorto di tale potere, volto – non importa se intenzionalmente o meno – a impedire l’esercizio da parte del Parlamento della prerogativa ad esso riconosciuta”.

Vi emerge – si sostiene – “ un vero e proprio sviamento del potere di qualificazione dei reati: lo prova l’evidente, insanabile contraddizione logica che esiste tra la valutazione della condotta della dottoressa Bartolozzi operata dal Tribunale dei ministri e la mancata richiesta di autorizzazione a procedere nei suoi confronti in qualità di ‘coimputato laico’”.

E pure “con chiarezza, una connessione sostanziale tra le contestazioni elevate ai ministri Nordio e Piantedosi e al sottosegretario Mantovano e l’ipotesi di reato ravvisata nei confronti di Bartolozzi”.

Le opposizioni

Contro la maggioranza, la grancassa delle opposizioni non si ferma, continuando a tenere Nordio nel mirino: “Quando viene in Aula a dare risposte o non racconta tutto o racconta soltanto la parte che gli fa comodo, per creare una narrazione che non corrisponde mai ai fatti”, ha detto a Montecitorio la deputata dem Debora Serracchiani.


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