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Esteri

Medio Oriente: il futuro della pace passa da nuovi leader

Dal Vaticano un invito alla svolta: “Serve coraggio per voltare pagina e guardare avanti”.

di Andrea Fiore -


Il cardinale Pierbattista Pizzaballa, Patriarca dei Latini a Gerusalemme, ha lanciato un appello che risuona con forza nel nuovo scenario aperto dall’accordo di pace di Sharm el-Sheikh. “È auspicabile un cambio di leadership, ma ci vorrà tempo. È necessario per avere delle prospettive nuove”, ha dichiarato, sottolineando l’urgenza di un rinnovamento sia in Israele che in Palestina.

Israele: l’opposizione cerca una voce unificante

In Israele, il governo guidato da Benjamin Netanyahu ha ratificato l’accordo, ma resta al centro di critiche interne. L’opposizione non riesce a esprimere una figura capace di raccogliere consenso ampio. Yair Lapid, leader di Yesh Atid, ha preso posizione con forza, accusando chi ha manifestato contro Israele di essere stato manipolato da propaganda terroristica. Il suo intervento alla Knesset ha segnato un momento di rottura con la narrazione dominante in molte piazze internazionali. Accanto a lui, Benny Gantz mantiene un profilo istituzionale, ma non riesce a imporsi come alternativa netta. Altri esponenti, come Avigdor Lieberman e Merav Michaeli, restano confinati in ruoli marginali.

Palestina: Abu Mazen e il vuoto di successione

Sul versante palestinese, Mahmoud Abbas (Abu Mazen) è ancora il presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese, ma la sua leadership appare logorata. Il nome di Hussein al-Sheikh circola come possibile successore, ma non gode di grande popolarità. Marwan Barghouti, detenuto in Israele, è considerato da molti un simbolo di unità, mentre Mohammad Dahlan, in esilio, divide l’opinione pubblica. Intanto, Hamas mantiene il controllo su Gaza, ma la sua credibilità internazionale è ulteriormente compromessa.

Il messaggio del Patriarca è chiaro: per costruire una pace solida servono volti nuovi, capaci di interpretare le sfide attuali con responsabilità e visione. La diplomazia ha aperto una strada, ma senza un ricambio nelle leadership, il rischio è che le opportunità si perdano. La politica deve saper cogliere il momento, lasciando spazio a figure in grado di guidare con coraggio e credibilità un processo tanto atteso quanto fragile.

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