Per la Corte costituzionale illegittime le disposizioni che autorizzavano l'operazione
Fondi sanità all’Arpa in Umbria, la Consulta boccia la Regione a guida Tesei.
Fondi sanità all’Arpa, Regione Umbria bocciata
Dal 2023 al 2025, passando per il giudizio negativo della Corte dei Conti del 2024, arriva in Umbria l’effetto di una sentenza della Corte costituzionale, la numero 150, che ha dichiarato l’illegittimità costituzionale di due disposizioni della Regione Umbria che consentivano il trasferimento fondi all’Arpa.
Avevano consentito, nell’esercizio finanziario 2023, di trasferire risorse per 14.213.516,19 euro appostate nel Fondo sanitario regionale per sostenere lo svolgimento delle funzioni assegnate alla locale Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente.
Una storia che aveva contribuito a gettare ombre sulla gestione della Regione in capo alla Giunta guidata dall’allora presidente leghista Donatella Tesei.
Cosa ha detto la Corte
La Corte, nel richiamare la sentenza numero 1 del 2024, ha ora ribadito che l’articolo 20 del decreto legislativo 118 del 2011 richiede alle Regioni di garantire, nell’ambito del bilancio, un’esatta perimetrazione delle entrate e delle uscite relative al finanziamento del loro servizio sanitario.
E ha, quindi, rilevato che le disposizioni di legge della Regione Umbria oggetto di censura avevano assegnato risorse all’Arpa in maniera indiscriminata, senza distinguere tra quelle sanitarie – e, al loro interno, quelle necessarie alle prestazioni relative ai Livelli essenziali di assistenza – e quelle destinate a prestazioni dell’Agenzia di natura non sanitaria, come tali non finanziabili attraverso il Fondo sanitario regionale.
Una vicenda che non poche polemiche aveva sollevato, con le opposizioni ad accusare la Tesei di aver disinvoltamente dirottato risorse sull’Arpa.
E con la presidente a sottolineare quanto il metodo fosse invalso anche in altre Regioni del Paese. Per questo, aveva sollecitato l’intervento della Conferenza delle Regioni. E ottenuto un documento comune che intendeva sostenere la conformità istituzionale dell’operato delle Regioni ripercorrendo l’inquadramento normativo dell’istituzione delle Arpa regionali e del loro finanziamento.
Proietti aspra
Ora, la censura della Corte costituzionale su una questione che aveva animato anche la più recente campagna elettorale. Stefania Proietti, poi risultata eletta presidente alla guida di una coalizione di centrosinistra, nell’ottobre dell’anno scorso, all’atto del giudizio negativo espresso dalla Corte dei Conti, era stata aspra: “La giunta Tesei usa le risorse della sanità per finanziare altre funzioni. Non parliamo solo di questioni contabili, ma di, temi che toccano la vita quotidiana di ciascuno”.
Pavanelli all’attacco
Ieri, a rimarcare le accuse al centrodestra che aveva guidato la Regione, il commento della deputata 5 Stelle Emma Pavanelli: “La Regione Umbria aveva sottratto oltre 14 milioni di euro dal Fondo sanitario regionale per destinarli all’Arpa in modo del tutto indiscriminato e contrario ai principi di contabilità pubblica e di tutela del diritto alla salute. Un’operazione priva di rigore e trasparenza che ha violato la stessa Costituzione, nella parte in cui affida allo Stato la competenza esclusiva in materia di equilibrio e coordinamento della finanza pubblica. Un fatto gravissimo, che fotografa la superficialità amministrativa e l’improvvisazione contabile con cui è stata gestita la sanità regionale”.