Pensioni addio 67 anni: la manovra che non convince
Fa discutere la sterilizzazione, per i sindacati un peggioramento della situazione
Nella manovra di bilancio 2026 novità importanti sulle pensioni, con riflessi diretti sull’età pensionabile a partire dal 2027: addio alla soglia dei 67 anni.
Pensioni addio 67 anni
Al centro del dibattito l’ipotesi di bloccare l’aumento automatico dell’età pensionabile, che al momento si prevede salga a 67 anni e 3 mesi.
Questa sterilizzazione però non sarà generalizzata, ma riguarderà esclusivamente i lavoratori impegnati in attività gravose e usuranti.
Per tutti gli altri lavoratori, l’innalzamento dell’età seguirà un percorso graduale, con aumenti mensili scaglionati nel triennio 2027-2029.
Aumento anche per i requisiti contributivi: per la pensione anticipata serviranno 42 anni e 11 mesi di contributi per gli uomini nel 2027, 41 anni e 11 mesi per le donne, salendo ulteriormente con gli anni.
La discussione
Un altro punto in discussione riguarda i lavoratori che nel 2027 compiranno 64 anni, per i quali si valuta un blocco totale dell’aumento o almeno una riduzione parziale dell’adeguamento all’aspettativa di vita, così da non penalizzare troppo chi è vicino al pensionamento.
E la flessibilità in uscita continua a essere un tema caldo: si ipotizzano conferme per strumenti come Opzione Donna, Quota 103 e Ape Sociale, che consentono un anticipo pensionistico con requisiti specifici.
Le reazioni
I sindacati denunciano un peggioramento della situazione. Per Lara Ghiglione, segretaria confederale della Cgil, “Si va in pensione più tardi e con assegni sempre più bassi. Le pensioni anticipate sono crollate, Opzione donna è di fatto cancellata e l’aumento dell’importo soglia per l’uscita a 64 anni ha già escluso e continuerà a escludere molte lavoratrici e lavoratori”.
Ezio Cigna, responsabile delle Politiche previdenziali della Cgil, ha sottolineato che “il silenzio sulle pensioni rivela grande confusione nella maggioranza. L’idea di bloccare l’aumento solo per chi ha 64 anni è illusoria: quasi 200 mila lavoratori ne resterebbero esclusi, senza alcuna salvaguardia per chi è già uscito con accordi di scivolo o fondi di solidarietà”.
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