“Il diritto è l’architettura invisibile della rigenerazione”
Intervista a Cinzia Pasquale, presidente della Camera Forense Ambientale
Cinzia Pasquale, avvocato abilitato alle Magistrature Superiori, è specializzata in diritto ambientale. Fondatrice e presidente della Camera Forense Ambientale, coordina la CFA Summer School e gli Stati Generali per la Rigenerazione dei Territori. Docente e consulente di Pubbliche Amministrazioni, dirige master e corsi sulle nuove professioni verdi. Fa parte del Tavolo Giustizia della Pontificia Accademia Internazionale Mariana in Vaticano ed è autrice di articoli scientifici. Dal 20 al 22 ottobre guiderà a Verona gli “Stati Generali della Rigenerazione Urbana e Ambientale”, un appuntamento di tre giorni che riunirà sindaci, ministri, giuristi, tecnici e mondo scientifico per discutere di sostenibilità e futuro delle città.
Presidente Pasquale, quali sono gli obiettivi principali che la Camera Forense Ambientale si pone con questa quinta edizione degli Stati Generali? Quali risultati concreti auspicate di ottenere al termine delle tre giornate?
“La quinta edizione degli Stati Generali della Rigenerazione dei Territori rappresenta per la Camera Forense Ambientale un momento di rilancio e consolidamento. La Camera Forense Ambientale è un organismo nazionale che promuove la qualificazione professionale e culturale di chi opera nel settore ambientale, favorendo la collaborazione tra soggetti pubblici e privati. Attraverso formazione, ricerca e confronto tecnico-giuridico, la Camera costruisce un dialogo permanente tra istituzioni, imprese, professionisti e cittadini, trasformando la complessità normativa in uno strumento di sviluppo sostenibile. L’obiettivo di questa edizione è raccogliere e valorizzare esperienze, progetti e buone pratiche nonché esigenze del mondo istituzionale e produttivo utili a definire linee guida condivise che rendano la rigenerazione dei territori un processo concreto e partecipato. Al termine delle tre giornate sarà presentato un documento conclusivo con proposte operative di natura tecnico-giuridica da sottoporre ai decisori pubblici. La Camera Forense Ambientale, infatti, cerca di agevolare e facilitare il dialogo tra il mondo legislativo, il sistema giustizia e il settore produttivo per favorire soluzioni sostenibili che rispondano alle normative ambientali senza ostacolare la competitività e il mondo delle imprese”.
Il diritto ambientale è una disciplina che incide direttamente sulla vita dei cittadini e sulla competitività delle imprese. In che modo?
“Il diritto ambientale non è più una materia settoriale: è un elemento strategico della vita quotidiana e della crescita economica. Ogni decisione amministrativa o industriale passa attraverso norme che determinano effetti concreti sull’ambiente e sulla salute. La Camera Forense Ambientale lavora per rendere la complessità normativa più accessibile, promuovendo un approccio fondato su competenza, legalità e responsabilità. Solo un quadro normativo certo e applicabile può garantire competitività alle imprese e tutela ai cittadini”.
Tema degli Stati Generali sarà la “rigenerazione dei territori”. Qual è, secondo lei, il ruolo del diritto nella trasformazione sostenibile dei territori, soprattutto alla luce delle recenti sfide climatiche e industriali?
“Il diritto è l’architettura invisibile della rigenerazione. È ciò che consente di tradurre le idee in azioni concrete e durature. Per questo abbiamo scelto di costruire l’edizione 2025 insieme a Butti, Peres, Zalin & Partners, partner tecnico-operativo della manifestazione. Avere una collaborazione radicata sul territorio è fondamentale per connettere la riflessione giuridica con la realtà concreta, traducendo i principi in strumenti attuabili. Solo un diritto moderno, coerente e realmente operativo può accompagnare le trasformazioni urbane e industriali garantendo equilibrio tra sviluppo e tutela”.
Un altro importante focus dell’edizione 2025 è il greenwashing. Quali strumenti normativi sono oggi a disposizione per contrastarlo e cosa manca ancora nel nostro ordinamento per affrontare il fenomeno in modo efficace?
“Il greenwashing è una distorsione culturale prima ancora che giuridica. Esistono già strumenti come il Codice del Consumo e le linee guida europee sulla comunicazione ambientale, ma manca ancora una disciplina unitaria e sanzionatoria che renda effettivo il principio di veridicità. La Camera Forense Ambientale ritiene necessario promuovere un approccio etico e trasparente alla sostenibilità, fondato su competenza e formazione. La chiarezza del linguaggio ambientale è la prima forma di tutela del cittadino e del mercato”.
Il titolo dell’edizione di quest’anno mette al centro l’economia circolare. Dal punto di vista giuridico, quali sono i nodi ancora da sciogliere per favorire un vero sviluppo dell’economia circolare in Italia?
“L’economia circolare rappresenta il cuore della nuova stagione del diritto ambientale, ma la normativa attuale è ancora frammentata e poco integrata. Serve una revisione che semplifichi le procedure, incentivi l’innovazione e valorizzi le filiere del riuso e del riciclo. Il diritto deve diventare un alleato della transizione, non un ostacolo. In questa edizione, inoltre, la Camera Forense Ambientale avrà l’onore di conferire un riconoscimento ad Amedeo Postiglione, considerato il padre del diritto ambientale, per il suo contributo pionieristico alla costruzione di una cultura giuridica fondata sulla tutela dell’ambiente e dei diritti delle generazioni future”.
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