L'identità: Storie, volti e voci al femminile Poltrone Rosse



Politica

De Carlo lancia Meloni nella sfida contro Zaia perché deciderà il dopo

di Ivano Tolettini -


Quella di Luca De Carlo è una dichiarazione d’intenti e insieme un avvertimento: “Salvini vuole la Lega primo partito in Veneto? Buon per lui, ma c’è già Fratelli d’Italia che confermerà il primato”. Nessuna polemica, nessuna rottura plateale, ma nemmeno un passo indietro. È la grammatica della leadership territoriale che De Carlo, senatore e coordinatore regionale di FdI, usa per fissare i confini del campo prima che cominci la vera campagna elettorale. Al PalaGeox la Lega ha ritrovato un orgoglio che pareva sopito. L’investitura di Alberto Stefani come candidato futuro presidente, il ritorno sul palco di Salvini e l’intervento di Zaia, con l’ormai celebre “dopo Zaia scrivi Zaia”, sono stati insieme rito identitario e messaggio politico. Un messaggio che FdI non può fingere di non aver colto. De Carlo lo fa capire con calma chirurgica: il Veneto resta il laboratorio del centrodestra, ma la regia passa per Roma. Meloni lasciando alla Lega il probabile governatore, ha voluto blindare l’unità della coalizione e misurare la capacità del suo partito di consolidare il consenso.

La strategia dei ruoli

È la logica della staffetta strategica: la Lega tiene la bandiera, FdI il motore. Quando De Carlo ricorda che “con grande generosità” FdI ha ceduto il candidato ma conserverà “i ruoli strategici”, non parla solo di assessorati. Parla di peso politico, di gestione delle leve regionali: dalla Sanità all’ Agricoltura, dal Lavoro al Bilancio, che valgono più di qualsiasi simbolo. È la mappa del potere che si ridisegna mentre i sondaggi confermano FdI primo partito anche in Veneto, nonostante il radicamento leghista. De Carlo ragiona da dirigente di governo, misura le parole e manda segnali di stabilità: “Non faremo i nomi degli assessori prima del voto”, dice, lasciando intendere che FdI prepara una squadra di governo più che una campagna di slogan. Ma sotto la diplomazia si consuma un derby politico: da una parte Giorgia Meloni, dall’altra Luca Zaia, entrambi carismatici. Due modelli di leadership che si fronteggiano nello spazio moderato della coalizione. FdI deve mostrarsi forza di governo capace di garantire ordine e crescita, mentre la Lega tenta di riaccendere l’identità originaria.

Il tema delle tasse

Sul piano dei contenuti, De Carlo sposta l’asse sul terreno economico, come imprese investimenti e formazione , e rivendica una postura di responsabilità: “Il centrodestra nasce per diminuire le tasse, non per aumentarle”, dice, smussando ma non cancellando la polemica sull’addizionale Irpef. Il Veneto del 2025 non sarà solo la prova generale del voto locale, ma il banco di prova dei futuri equilibri nazionali. Se Salvini fallisse ancora nei seggi del 23 e 24 novembre ancora, Zaia potrebbe raccogliere lo scettro. La conclusione, per ora, è del tutti uniti per vincere, ciascuno con il proprio primato da difendere. Zaia punta a rianimare la Lega in Veneto, De Carlo a consolidare FdI come partito guida, Meloni a confermare la tenuta della coalizione. Ma il derby tra Meloni e Zaia, più che la contesa tra partiti, definirà non solo il volto del Veneto che verrà. Chi saprà costruire equilibrio sarà il vero vincitore.


Torna alle notizie in home