L’analisi della Corte dei conti sul sistema dei servizi sociali comunali evidenzia squilibri territoriali nella spesa sociale pro capite, con valori bassi e strutturalmente insufficienti in vaste aree del Paese, a fronte di un bisogno sociale più accentuato.
Servizi sociali, gli squilibri lungo lo Stivale per la Corte dei conti
Nella lente della Corte dei conti, gli enti locali sono in affanno e prediligono la spesa corrente per la gestione immediata dei bisogni a quella degli investimenti. In questo modo, si limita la capacità di innovazione e il rafforzamento delle strutture sociali.
Intanto, i fattori demografici – l’invecchiamento della popolazione e la bassa natalità – nonché i livelli di istruzione inferiori alla media europea incidono ulteriormente sulla sostenibilità del sistema.
Regioni: pochi valori elevati, ciascuna ha una policy diversa
La spesa sociale pro capite in Italia evidenzia forti squilibri regionali. Poche realtà con valori molto elevati, come Sardegna e Friuli Venezia-Giulia, innalzano la media delle rispettive aree. Ciò evidenzia vaste zone del Paese su livelli bassi e strutturalmente inadeguati.
Le differenze territoriali riflettono scelte politiche e priorità diverse tra le Regioni.
Alcune – Trentino-Alto Adige e Toscana, puntano sui servizi per l’infanzia, investendo sul capitale umano. Altre, Sardegna e Calabria, privilegiano i sussidi diretti, con effetti immediati, ma meno duraturi. In Lombardia e in Sicilia prevale invece l’assistenza residenziale.
I focus su Liguria, Campania e Sardegna
La Corte ha svolto un’analisi di dettaglio sulla distribuzione della spesa sociale e sulla sua coerenza con i bisogni territoriali attraverso tre focus regionali su Liguria, Campania e Sardegna.
In Liguria – caratterizzata da una popolazione anziana, ma soggetta a ricambio demografico per effetto dei flussi migratori – i Comuni mostrano una destinazione delle risorse più equilibrata e coerente con la struttura demografica.
Nella Campania, che ha una forte densità abitativa e una popolazione giovane, la spesa sociale pro capite risulta contenuta e poco adeguata alle esigenze dell’infanzia e dell’inclusione.
Infine, in Sardegna, che si distingue per l’elevata spesa sociale pro capite, l’allocazione delle risorse si concentra prevalentemente su disabilità e sostegno alle famiglie, trascurando altri ambiti rilevanti in territori segnati da elevati rischi di povertà.
I Comuni liguri appaiono più allineati ai fabbisogni reali. In Campania e Sardegna emerge la necessità di un miglior raccordo tra politiche sociali e caratteristiche demografiche.