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Economia

Il calo delle imprese giovani: in 13 anni sparite 193mila aziende

Un declino che è anche specchio della questione demografica: dal 1982 in Italia 10 milioni di giovani in meno

di Angelo Vitale -

Matteo Musacci


Dal 2011 al 2024, in tredici anni, l’Italia ha sofferto il calo di 193mila imprese giovani e la quota di imprese giovani sul totale è scesa all’8,7%.

Sparite 193mila imprese giovani in 13 anni

Un calo enorme: l’Italia ha perso 193mila imprese giovani, guidate da under 35, di cui oltre 87mila nel Mezzogiorno. Lo dice un’analisi di Confcommercio.

Il totale delle imprese giovani si è ridotto del 30,6%, tutte le imprese del 4,2%. Con una percentuale di imprese giovani pari a quella del 2011 – stima l’associazione-, oggi avremmo tra i 49 e i 65 miliardi di euro in più di Pil.

Ne deriva che per assumere giovani c’è bisogno di imprenditori giovani. Infatti, la quota di giovani tra gli addetti è sistematicamente più elevata nelle imprese con meno di cinque anni di età che sono a prevalente conduzione giovanile. E queste imprese hanno una maggiore capacità di investire in tecnologie digitali e migliori performance in termini di fatturato, occupazione e crescita nel medio periodo.

Musacci: Dai giovani la spinta all’innovazione

Matteo Musacci, da due anni al vertice dei Giovani di Confcommercio – la sua famiglia dal 1952 opera a Ferrara nei prodotti da forno – confida in un rilancio. “Sia che si tratti di accogliere un’eredità imprenditoriale con il passaggio generazionale, sia che si tratti di cominciare una nuova impresa – afferma – , i giovani imprenditori sono una spinta naturale del sistema Paese all’innovazione, alla sostenibilità e alla crescita”.

Due, le strade percorribili, per invertire la rotta. Incentivi e regimi agevolati, che riducano il carico fiscale e rendano più conveniente avviare un’attività. E il miglioramento del contesto generale e dell’accesso al credito, perché le start-up sono più rischiose e i costi dei finanziamenti più elevati: servono strumenti pubblici di garanzia.

Le cause del calo

Tra le maggiori cause di questo calo, la questione demografica. In Italia, 10 milioni di giovani in meno rispetto al 1982, mentre la quota degli ultrasessantacinquenni è quasi raddoppiata fino a 14,6 milioni.

E al Sud che non attira immigrazione qualificata, oltre la metà della perdita di giovani dell’intero Paese.

Pesa pure l’aspetto economico-finanziario. Quarant’anni fa un giovane trentenne doveva sopportare un debito annuale di 280 euro, oggi questo onere è quasi quadruplicato.

E anche la pressione fiscale sui giovani è passata dal 34,1% del 1982 al 42,8% del 2025.


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