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Esteri

Gli Stati Uniti seguono da vicino le mosse di Israele e Hamas

L'Amministrazione statunitense è concentrata sulla creazione di una situazione di sicurezza comune

di Ernesto Ferrante -


L’esercito israeliano ha condotto un attacco con l’artiglieria contro Deir al-Balah, nella parte centrale della Striscia di Gaza. Il bilancio dei morti palestinesi è salito a 80 dall’annuncio del cessate il fuoco del 10 ottobre, mentre dall’inizio del conflitto, il 7 ottobre 2023, le vittime sono complessivamente 68.126. I feriti superano invece quota 170mila. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha incontrato i due inviati statunitensi Steve Witkoff e Jared Kushner per discutere degli ultimi sviluppi regionali, dopo un fine settimana contrassegnato dalla violenza, che ha messo a rischio la fragile tregua mediata dagli Stati Uniti. Il vicepresidente americano Jd Vance e sua moglie sono attesi nello Stato ebraico “per una visita di alcuni giorni”, durante la quale vedranno anche Netanyahu.

La versione di parte di Netanyahu

Netanyahu ha dichiarato che Hamas “ha sentito la spada sul collo” ed è stato costretto ad accettare certe condizioni solo perché l’esercito israeliano è entrato a Gaza City, “il suo ultimo grande bastione”. “Hamas ha capito di essere prossimo all’annientamento – ha affermato il primo ministro intervenendo alla Knesset tra le proteste dell’opposizione – Se avessi ascoltato chi mi chiedeva di fermare la guerra e arrendermi, oggi Hamas e tutto l’asse iraniano avrebbero riportato una vittoria schiacciante. Tutti gli israeliani sarebbero saliti in cielo in una nube nucleare”.

Il movimento islamico di resistenza è stato accusato di aver “violato palesemente” gli accordi, ricevendo come risposta 153 tonnellate di esplosivi contro decine di obiettivi, inclusi alti comandanti. Il premier ha assicurato che alla fine della seconda fase “l’apparato militare e di governo di Hamas sarà eliminato”, ribadendo che Tel Aviv “ha rafforzato la propria deterrenza, ha raddrizzato la schiena e ha riportato a casa i suoi ostaggi”. “La campagna non è finita – ha concluso “Bibi” – La pace si fa con i forti, non con i deboli, e oggi tutti sanno che Israele è un Paese più forte che mai”. Una verità molto parziale, smentita palesemente dai fatti. Senza gli interventi di Usa, Egitto, Qatar e Turchia, il governo israeliano non sarebbe riuscito ad ottenere nulla. La lunga e sanguinosa campagna militare non ha portato al raggiungimento degli obiettivi annunciati in partenza.

I mediatori dialogano con Hamas

I funzionari egiziani e qatarioti sono al lavoro con il gruppo islamista per definire il proseguimento del cessate il fuoco nell’enclave e l’avvio di un nuovo ciclo di colloqui tra le fazioni palestinesi volto a unificarle e a definire il futuro assetto della Striscia, compresa la possibile creazione di “un comitato indipendente di esperti” incaricato della gestione del territorio. Il piano trumpiano prevede la formazione di un’autorità transitoria composta da tecnocrati.

Israele ha disposto che gli aiuti umanitari continuino a entrare nella Striscia di Gaza attraverso il valico di Kerem Shalom e altri passaggi, dopo una sua accurata ispezione e “nel pieno rispetto dell’accordo firmato”. Le consegne erano state sospese in seguito all’attacco con missile anticarro che ha provocato due vittime tra i soldati israeliani. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha detto di ritenere che “la leadership di Hamas non sia coinvolta”, sottolineando che “forse ci sono dei ribelli al suo interno”. Parlando con i giornalisti a bordo dell’Air Force One, il capo della Casa Bianca ha aggiunto che “in ogni caso la situazione verrà gestita in modo appropriato. Con durezza, ma correttamente”. Il tycoon ha fatto sapere che gli Usa vogliono che “i rapporti con Hamas siano molto pacifici”.

I rapporti tra Stati Uniti e Israele

Israele non gode più di un credito illimitato. Deve iniziare ad aiutare i palestinesi e a contribuire a migliorare la loro qualità di vita se vuole integrarsi pienamente nel Medio Oriente. Lo ha spiegato Jared Kushner, genero e consigliere del presidente Trump in un’intervista al programma 60 Minutesdella Cbs. L’Amministrazione statunitense è concentrata sulla creazione di una situazione di sicurezza comune e di “opportunità economiche per israeliani e palestinesi, in modo che possano vivere fianco a fianco in modo duraturo”. Steve Witkoff, allo stesso programma, ha raccontato di aver espresso le sue condoglianze, da padre, al negoziatore di Hamas Khalil al-Hayya per il figlio ucciso nel raid aereo israeliano a Doha.


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