L'identità: Storie, volti e voci al femminile Poltrone Rosse



Editoriale

Il diritto di veto nell’Ue e il diritto che abbiamo a volere la pace in Ucraina

di Adolfo Spezzaferro -


No al voto a maggioranza qualificata al posto dell’unanimità. A Bruxelles c’è chi sogna di cancellare il diritto di dire no dei governi nazionali. Siamo alla solita tentazione tecnocratica: ridurre la politica a somma di voti, cancellando la voce dei popoli.

La premier Giorgia Meloni lo ha detto chiaro e forte: l’Italia non accetterà di essere messa in minoranza su questioni che toccano la propria sovranità. E ha ragione. L’unanimità non è un ostacolo, ma una garanzia: impedisce che le decisioni dei più forti si impongano ai più deboli. Parlano di “modernizzare” i trattati, ma il rischio è conclamare un’Unione a due velocità, dove i grandi decidono e gli altri obbediscono. Difendere il veto significa difendere la democrazia nazionale dentro una Ue che troppo spesso si dimentica – diciamo così – di ascoltare le istanze dei Paesi membri.

Che poi abolire l’unanimità servirebbe – facciamo un esempio a caso – a bypassare l’Ungheria che giustamente accusa chi vorrebbe arrestare Putin su suolo Ue di ostacolare la pace in Ucraina. Abbiamo tutti diritto alla pace.


Torna alle notizie in home