L'identità: Storie, volti e voci al femminile Poltrone Rosse



Editoriale

Case vacanze e centri storici: l’Italia in affitto

di Laura Tecce -


Non si ricorda una legge di Bilancio che non abbia suscitato aspri dibattiti e fratture talvolta anche all’interno della maggioranza stessa: sicuramente uno dei fronti caldi è oggi la questione della cedolare secca sulle case vacanze, i cosiddetti affitti brevi.

Si discute di un possibile aumento dal 21% al 26% per chi affitta tramite piattaforme online come Airbnb o Booking che – detto per inciso – fatturano miliardi e non hanno certo la residenza fiscale in Italia. Ma al di là dei tecnicismi fiscali, la questione tocca il cuore pulsante delle città d’arte: i centri storici.

Roma, Venezia, Firenze, Napoli sono sotto assedio da milioni di turisti mordi e fuggi. Prendiamo l’esempio della Capitale: quarantunomila case vacanze, ventunomila solo nel centro storico. In molti palazzi, su dieci appartamenti, nove sono destinati ai visitatori. I residenti? Comparse.

I negozi tradizionali e le botteghe di quartiere? Rimpiazzati da bangladini e negozietti di souvenir cheap, il kit “porta a casa un pezzo di Colosseo”. Il tessuto sociale si sfalda, i quartieri diventano set fotografici perfetti ma vuoti di vita. Luna park ad uso e consumo di un overtourism selvaggio. L’aumento della cedolare secca non risolve la questione: senza regole chiare e controlli concreti rischia di essere solo un cerotto su una diga che perde acqua da troppo tempo.


Torna alle notizie in home