Mister Galeone si è spento a Udine. Addio al profeta del calcio spettacolo
Il tecnico napoletano, 84 anni, era da tempo ricoverato per una malattia che lo costringeva a frequenti sedute di dialisi.
@ANSAfoto
Galeone ha lasciato un vuoto profondo nel cuore del calcio italiano. Galeone non sarà dimenticato. Con la sua scomparsa, avvenuta oggi 2 novembre 2025 all’ospedale “Santa Maria della Misericordia” di Udine, si chiude un capitolo irripetibile della storia calcistica nazionale.
Una lunga malattia e un addio silenzioso
Il tecnico napoletano, 84 anni, era da tempo ricoverato per una malattia che lo costringeva a frequenti sedute di dialisi. La notizia della sua morte è stata confermata da fonti ospedaliere e ha immediatamente suscitato commozione nel mondo del calcio. Il suo stile, la sua ironia e la sua visione del gioco lo avevano reso un personaggio unico, amato anche al di là dei risultati.
Il calcio secondo Galeone: offensivo, libero, geniale
Allenatore di squadre come Pescara, Udinese, Perugia, Napoli, Como e Spal, Galeone ha rivoluzionato il modo di intendere il calcio negli anni ’80 e ’90. Le sue squadre venivano costruite per attaccare, per divertire, per sorprendere. Non a caso, quattro promozioni in Serie A sono state conquistate sotto la sua guida: due con il Pescara, una con l’Udinese e una con il Perugia.
Il suo impatto non si è limitato ai risultati. Massimiliano Allegri e Gian Piero Gasperini, oggi tra i tecnici più influenti del panorama italiano, lo hanno sempre indicato come un mentore. Galeone non imponeva schemi rigidi, ma liberava il talento. E proprio per questo, molti lo considerano il “profeta del calcio spettacolo”.
Un’eredità che va oltre il campo
Il Napoli lo ha definito “simbolo del calcio italiano”, mentre il Pescara lo ha salutato come il suo “Profeta”. Un minuto di silenzio verrà osservato in tutti gli stadi di Serie A nella prossima giornata. I social sono stati invasi da messaggi di cordoglio, da ex giocatori, colleghi e tifosi.
Un uomo fuori dagli schemi
Galeone non era solo un allenatore. Era un pensatore del pallone, un anticonformista, un uomo che ha saputo trasformare il calcio in arte. La sua scomparsa non chiude solo una carriera, ma spegne una voce libera, ironica e profonda. Il suo nome resterà inciso nella memoria di chi ama il calcio che osa, che crea, che emoziona.
“CIAO MISTER”
Torna alle notizie in home