Semaforo verde per l’Italia: avanti con la green economy
Facciamo il punto sulla cosiddetta economia verde. Partono a Rimini infatti gli Stati Generali sull’economia ecologica. L’evento è promosso dal Consiglio Nazionale della Green Economy e dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile insieme al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e il patrocinio della Commissione Europea e del Ministero del Made in Italy.
Si tratta ormai della quattordicesima edizione.
L’argomento è contrastante. Vi sono da un lato numerosi passi avanti e dall’altro grandi buchi da colmare.
L’Italia importa ancora troppa energia dall’estero, non riesce a diminuire i consumi da fonti energetiche tradizionali per edifici e trasporti e si edifica ancora molto su un suolo che potrebbe essere utilizzato come polmone verde.
I dati
Ci sono però degli elementi positivi come la crescita dell’utilizzo dell’agricoltura biologica del 24% nel 2024 e dell’economia circolare e l’incremento della produzione di energia elettrica da rinnovabili. Nel 2024 infatti la generazione di elettricità da rinnovabili ha superato i 130 miliardi di kWh, al 49% della realizzazione di elettricità in linea con il target del PNIEC del 70% al 2030. Insomma il nostro Paese sembra aver accolto con favore il cambiamento verso un’economia più sostenibile. Ma bisogna ancora lavorare molto per raggiungere i traguardi fissati. Dati del 2024 evidenziano che le emissioni di gas serra diminuiscono troppo poco; dal 1990 al 2024 infatti si sono ridotte del 28%. Nel 2024 il taglio della produzione di gas serra è stato poco più di 7 milioni di tonnellate, meno del 2% su base annuale. Per raggiungere l’obiettivo assegnato all’Italia dall’Europa, ossia una 43% entro il 2030, occorre tagliarle di un altro 15% nei rimanenti sei anni. Conviene quindi tornare al passato o procedere sulla strada del green? Indubbiamente la seconda opzione è consigliabile. Grazie anche ai fondi del PNRR si è potuto fare molto, attivando diversi progetti importanti in un Paese come il nostro dove l’aumento delle temperature procede spedito più del doppio rispetto al resto d’Europa.
Il nostro futuro è green
Il green è il futuro, così come affermato dal Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin. Per quanto riguarda l’utilizzo del fotovoltaico e dell’eolico si registra una frenata nella prima parte del 2025. Ciò probabilmente per la cessazione del superbonus del 100% e anche per una mancata volontà di utilizzare tali strumenti da parte di alcune Regioni. Nell’’economia circolare invece l’Italia raggiunge grandi risultati. La produttività delle risorse dal 2020 al 2024 è cresciuta del 32% , passando da 3,6 a 4, 7 €/K. Il Bel Paese infatti ha le migliori prestazioni tra gli altri Stati europei per la redditività delle risorse. Per i rifiuti raggiungiamo l’87% del riciclo e registriamo il 75,6 % del riutilizzo degli imballaggi. Lo stesso non si può dire però per la plastica. Anche se le automobili che circolano in Italia sono davvero troppe con un record negativo raggiunto nel 2024, la relativa produzione è in forte calo. Non solo la fabbricazione tradizionale ma anche quella delle auto elettriche, diminuita del 13%. Il parco auto invecchia sempre di più arrivando ad una media di 12,8 anni e benzina e diesel vengono ancora utilizzati per l’82, 5%.
Aumenta l’agricoltura biologica
Per quanto attiene l’agricoltura invece i grandi eventi climatici hanno provocato ingenti danni.
L’Italia però è il Paese europeo con il più elevato numero di prodotti DOP, IGP, STG. Cresce l’agricoltura biologica, ossia il territorio coltivato con sostanze e processi secondo natura. Nel 2024 le aree certificate e in conversione sono state di 2.514.596 con un incremento del 2, 4% rispetto al 2023 e dell’81,2% in confronto al 2014. Si sceglie di lavorare il terreno con sistemi naturali soprattutto in Sicilia, Puglia e Toscana. Purtroppo c’è da dire che lo sfruttamento del suolo non si arresta. Tra il 2022 e il 2023 il consumo di terreno in Italia è stato di 64,4 km2 circa,17,6 ettari al giorno. Ciò impedisce alla terra di assorbire le piogge e comporta molto spesso l’impossibilità di sopportare i sempre più diffusi eventi climatici straordinari. Per quanto riguarda le impermeabilizzazioni le città che i valori più alti sono: Napoli con il 34,7% e Milano con il 31,8 %. Messina, Reggio Calabria e Palermo registrano le minori percentuali. Le metropoli italiane soffrono più di altre città europee l’aumento delle temperature estive. Il 90,6% della popolazione residente nei capoluoghi è esposta in estate ad ondate di calore che superano i 40 gradi. Grazie anche ai fondi del PNRR e ad altre iniziative molto si è realizzato per contrastare anche tale tendenza come per esempio l’incremento delle piste ciclabili e delle aree verdi, il potenziamento dei mezzi pubblici e l’utilizzo di bus di nuova generazione.
Il futuro si prospetta allora per certi aspetti più roseo o per meglio dire sempre più verde.
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