Il giallo dei runner Zordan e Zilio, due vite spezzate nel silenzio
Due atleti vicentini, la stessa squadra, destini che si incrociano nella morte. Dopo Anna Zilio, 39 anni, originaria del Thienese, trovata senza vita nella sua abitazione di Verona il 13 ottobre, ora anche Alberto Zordan, 48 anni, maratoneta di Sovizzo, è stato trovato morto nel sonno nella notte tra sabato 1° e domenica 2 novembre. Entrambi correvano per il Team Km Sport, associazione veronese che riunisce appassionati di podismo, ciclismo e triathlon. Due decessi ravvicinati e inspiegabili, catalogati in apparenza come morti naturali, hanno scosso due comunità e il mondo del running, oltre ad avere sollevato in maniera legittima più di un interrogativo.
Sono stati richiesti accertamenti accurati
La Procura di Vicenza ha disposto l’autopsia sul corpo di Zordan, come già accaduto per la compagna di squadra. Sarà l’esame autoptico a chiarire se esista un qualche nesso tra le due morti o se si tratti soltanto di una tragica coincidenza. I familiari del maratoneta, a cominciare dalla moglie Valentin, insieme agli amici più stretti, hanno chiesto accertamenti accurati: vogliono capire cosa abbia stroncato un uomo che appariva in perfetta salute, attento all’alimentazione e alla preparazione fisica, seguito da medici sportivi, senza precedenti cardiaci. Zordan si stava allenando per la maratona di Valencia del 7 dicembre.
Il ricordo di chi li ha conosciuti
“Era un samurai”, racconta l’amico Paolo Fongaro. “Non si lamentava mai, affrontava ogni sconfitta come un nuovo punto di partenza. Dava il cento per cento in tutto: nel lavoro, nella famiglia, nello sport”. La sua vita era divisa tra la passione per la corsa e l’impegno professionale: diplomato al Fusinieri di Vicenza, la sua famiglia aveva fondato la “Artegrafica Zordan”. Lascia oltre alla compagna Valentina, la figlia di undici anni e la sorella Elena. La morte è avvenuta attorno alle 4 del 2 novembre. A nulla sono valsi i soccorsi: il cuore, abituato a reggere gli sforzi di chilometri e allenamenti, si è fermato improvvisamente. “Era preciso in tutto, anche nella corsa”, ricorda chi lo conosceva. “Si allenava tre o quattro volte a settimana, non fumava, non beveva. Si preparava già per New York 2026, la sua maratona dei cinquant’anni”. Un destino che sembra replicare quello di Anna Zilio, l’altra maratoneta del Team Km Sport, anche lei vicentina perché nata a Thiene, anche lei stroncata nel sonno. Aveva da poco partecipato alla StrArzignano e sognava di migliorare il suo record personale di 2 ore e 55 minuti. Lavorava in un negozio di articoli sportivi a Verona, dove era conosciuta e apprezzata per il rigore e la professionalità. Una donna meticolosa ed empatica. Due morti che lasciano sgomenti amici, colleghi e compagni di squadra. “Un colpo durissimo – raccontano dal team -.
Restano incertezze
È difficile credere che due atleti così preparati se ne siano andati nel giro di due settimane”. Ora la verità è affidata alle autopsie. Gli esiti potranno dire se dietro queste tragedie ci sia un legame oscuro o soltanto la crudele casualità della sorte. Intanto, a Sovizzo e a Marano Vicentino, due comunità piangono in silenzio i loro corridori, simboli di disciplina e passione, che fino all’ultimo hanno corso incontro alla vita. Di certo due lutti così ravvicinati, di atleti preparati e periodicamente sottoposti a visite mediche, lasciano sgomenti e alimentano inevitabili domande.
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