Agricoltura, il futuro è nei giovani: fiducia nel settore e dubbi sul cibo sintetico
A settembre, Istituto Piepoli ha realizzato per Confeuro (Confederazione Agricoltori Europei), un’indagine sui giovani italiani volta a comprendere le loro opinioni sull’alimentazione e la loro percezione del futuro dell’agricoltura e del cibo artificiale. “Agri Under 35 – Coltiviamo il futuro” ha coinvolto 500 giovani tra i 18 e i 35 anni, ed è stato presentato ieri a Roma, alla presenza di autorità istituzionali ed esponenti del settore primario.
L’importanza del cibo
I giovani italiani danno molta importanza al cibo che mangiano, 9 su 10 affermano di fare la spesa personalmente o di cercare, in ogni caso, di mangiare bene. Sono anche attenti alla provenienza del cibo che acquistano (79%) e 1 giovane su 4 afferma che la provenienza è una discriminante quando acquista un prodotto. L’attenzione è più alta tra i maschi e tra coloro che hanno almeno 25 anni. L’89% degli under 35 afferma inoltre che sarebbe disposto a spendere di più se il cibo fosse di qualità.
Le idee sono molto chiare anche quando si parla di cibo artificiale.
I dati
Se da un lato 4 giovani su 10 affermano che non consumerebbero mai cibo prodotto con la farina di insetti, in particolare le femmine (48%), dall’altro lato, il 34% dei giovani lo ritiene un’esigenza per salvare il mondo e il 24% un’innovazione. Le stesse opinioni sono riportate in merito alla carne prodotta in laboratorio o stampata in 3d. Il 7% dei giovani pensa che il cibo artificiale in futuro sostituirà completamente il cibo naturale, mentre la maggioranza (55%) pensa che la sostituzione sarà solo parziale. La crescita del dato nel sud-isole ci fa pensare al fatto che i giovani residenti al sud, consapevoli degli effetti del cambiamento climatico, vedano nell’aumento del cibo artificiale una possibile soluzione alla riduzione della produttività delle coltivazioni dovuta alla siccità e all’aumento delle temperature. Le principali motivazioni che potrebbero spingere i giovani a consumare cibo sintetico sono legate in modo particolare alla curiosità e alla percezione di innovazione (34%) e solo in modo minoritario al fatto che il prezzo di questi prodotti potrebbe essere più basso (12%). C’è in ogni caso una quota di giovani (1 su 3) che si dice che sarebbe in ogni caso contrario a consumare questo genere di alimento.
Agricoltura e allevamento
Un giovane su 2 pensa che senza agricoltura e allevamento non ci sarebbe né la vita né l’uomo sulla terra e il 34% ritiene che siano attività che si prendono cura del territorio. Gli agricoltori e gli allevatori inoltre contribuiscono al benessere delle persone (84%) e svolgono un ruolo essenziale per l’ambiente (80%). Il 77% dei giovani è concorde nel considerare queste due professioni come “custodi del territorio”. L’84% dei giovani italiani ritiene che i contributi economici in favore di agricoltori e allevatori siano un’azione necessaria per la tutela e la salvaguardia del patrimonio alimentare. La maggioranza degli under 35, il 77%, pensa che l’agricoltura del futuro sarà molto tecnologica e all’avanguardia”. Non solo, il 15% dei giovani afferma che, se avessero gli strumenti e le competenze, farebbero certamente gli agricoltori, in particolare i giovani over 25 e residenti nel sud e nelle isole. C’è poi un 40% che non rifiuta l’idea di fare l’agricoltore o l’allevatore dimostrando che queste professioni godono di rispetto e considerazione.
Le dichiarazioni del presidente di Confeuro
Per Andrea Tiso, presidente nazionale di Confeuro: “L’indagine mette in luce un dato fondamentale: i giovani italiani sono tutt’altro che disinteressati ai temi dell’alimentazione, agricoltura e futuro del cibo. Al contrario, mostrano sensibilità spiccata, forte consapevolezza culturale e capacità di valutazione matura, che non si limita a semplici scelte di consumo, ma si estende a una visione complessiva del rapporto tra uomo, natura, cibo e società”. Si tratta di “un importante segnale di fiducia nel futuro dell’agricoltura italiana”, un “orizzonte fertile per costruire una nuova stagione del settore primario”.
I prossimi passi?
Per Tiso è fondamentale “Investire nella formazione, nell’accesso alla terra e nelle politiche di incentivo, affinché il potenziale espresso si trasformi in realtà concreta. Solo così si potrà garantire quel ricambio generazionale che oggi è la vera sfida – e la più grande opportunità – per l’agricoltura italiana”. Un aiuto, tuttavia, serve anche da parte delle istituzioni “abbattendo le barriere economiche, burocratiche e culturali che oggi impediscono a migliaia di ragazzi e ragazze di trasformare una vocazione in un’impresa”.
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