I cinque comaschi vivi ritrovati in Nepal: fine del silenzio radio
È finito con un sospiro di sollievo il lungo silenzio radio che per alcuni giorni aveva fatto temere il peggio per cinque escursionisti comaschi impegnati in un trekking in Nepal. La notizia è arrivata nella tarda mattinata da fonti della Farnesina: i contatti con il gruppo sono stati ristabiliti, tutti stanno bene e intendono proseguire il loro viaggio verso il campo base del Makalu, una delle montagne più imponenti dell’Himalaya, poco a ovest della valle del Khumbu.
Le notizie contraddittorie
I cellulari muti, le radio spente, le valanghe di notizie contraddittorie avevano alimentato l’angoscia delle famiglie e la preoccupazione della diplomazia italiana, già impegnata a gestire la tragedia del Panbaru, dove il milanese Alessandro Caputo e il vicentino Stefano Farronato e l’abruzzese Paolo Cocco hanno perso la vita, travolti da una serie di valanghe che hanno devastato la regione. L’allarme era stato lanciato mercoledì pomeriggio dalla stessa Farnesina, che in una nota aveva spiegato come si fossero persi i contatti con il gruppo di Como in un’area dove le comunicazioni sono spesso instabili. In condizioni normali, sarebbe stato un episodio di routine, un “buco radio” previsto dalle guide e dalle agenzie di trekking, ma in queste ore, segnate da lutti e ricerche senza esito, ogni silenzio è diventato sinonimo di pericolo. Gli stessi media nepalesi, riprendendo la notizia italiana, avevano riferito della “possibile scomparsa” di un altro gruppo di alpinisti.
L’organizzazione dell’agenzia di Milano
Una tensione che ha trovato finalmente sollievo quando, all’alba di giovedì, il satellite ha ripreso a trasmettere e i cinque comaschi sono riusciti a parlare con i familiari. “Stiamo bene, il viaggio continua” hanno detto. Si trovano in una zona che non supera i 4.800 metri, ben lontano dalle zone di alta quota dove si sono consumate le valanghe. A organizzare la spedizione è stata un’agenzia di Milano, in collaborazione con un operatore nepalese che già ieri aveva chiarito: «Da programma, il gruppo non avrebbe avuto copertura radio né telefonica fino alla giornata di giovedì. Gli escursionisti, una volta ristabiliti i contatti, hanno rassicurato anche il personale della Farnesina. «Ci siamo sempre mossi in sicurezza. Non abbiamo mai corso rischi diretti. Il meteo è migliorato e il percorso è regolare», avrebbero riferito.
Restano ancora due dispersi
Invece, gli altri due connazionali Marco Di Marcello e Markus Kirchler, sono dispersi da cinque giorni nella zona di Yalung Ri, oltre i seimila metri, dove le ricerche continuano con difficoltà. Secondo fonti locali, Di Marcello, guida esperta e ben attrezzata, avrebbe ancora il dispositivo satellitare in funzione, che si aggiorna automaticamente ogni quattro ore. Un segnale che ieri sera alimentava una speranza tenue: potrebbe essere ancora in cammino, magari rifugiato in quota in attesa di mettersi in salvo.
Le spedizioni saranno monitorate
Tuttavia, le squadre di soccorso nepalesi, stanno operando in condizioni proibitive: neve alta, vento e valanghe in diverse aree del massiccio. Nel frattempo, il governo di Kathmandu ha imposto un monitoraggio di tutte le spedizioni, chiedendo alle agenzie di garantire una tracciabilità dei gruppi per evitare nuovi casi di “silenzio radio” in un Paese che vive di turismo alpinistico e che, ogni anno, vede migliaia di occidentali sfidare le montagne più alte del mondo.
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