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Decreto Flussi, chiave di una sfida europea: “Un passo avanti verso la strada giusta”

di Eleonora Ciaffoloni -


Il Decreto Flussi rappresenta “Un passo avanti all’interno di un percorso ampio e complessivo, che la maggioranza sta portando avanti dal suo insediamento”. Con queste parole Alessandro Battilocchio, responsabile del Dipartimento Immigrazione di Forza Italia, ha aperto ieri la conferenza organizzata dal gruppo azzurro alla Camera.

Decreto Flussi, l’incontro alla Camera

Un incontro – alla presenza del presidente dei deputati Paolo Barelli, del responsabile dei Dipartimenti Alessandro Cattaneo e del capogruppo in Commissione Affari Costituzionali Paolo Emilio Russo – che ha voluto rimarcare l’importanza del provvedimento, approvato martedì alla Camera con 131 voti favorevoli e ora al vaglio del Senato.

Secondo Forza Italia, il Decreto Flussi rappresenta un tassello significativo all’interno di una strategia più ampia. Strategia che la maggioranza ritiene decisiva per affrontare un fenomeno definito “strutturale” e destinato a incidere in modo crescente sul Paese e sull’Unione Europea. La linea azzurra punta su un approccio sistemico. Dalla collaborazione con le associazioni dei lavoratori stranieri alla cooperazione con Bruxelles, passando per il rafforzamento delle agenzie comunitarie responsabili della gestione dei confini. Fino ai percorsi di rimpatrio e ai meccanismi di ricollocamento previsti dal nuovo Patto europeo sulle migrazioni.

Proprio Battilocchio ha voluto evidenziare come i progressi registrati non possano portare ad abbassare la soglia di attenzione. “Sono dati positivi però va mantenuta alta la guardia e l’attenzione: la strada è ancora lunga ma la direzione è quella giusta”, ha dichiarato. Il deputato azzurro ha inoltre annunciato il lancio dell’Osservatorio sulle politiche migratorie, una nuova iniziativa di Forza Italia che sarà composta da giovani ricercatori e studenti universitari.

“Le loro analisi e ricerche sui flussi migratori – ha spiegato – una volta raccolte verranno studiate e utilizzate per avere ulteriori dati di riferimento, così da accompagnare le decisioni politiche con basi sempre più solide e aggiornate”. Decisioni, come detto, che vanno prese sulla base di una realtà che si presenta delicata e, come ha ribadito Paolo Barelli e in cui serve “portare razionalità in un ambito decisivo anche per la sicurezza”.

Secondo il capogruppo azzurro, il governo – grazie a un rinnovato attivismo nelle relazioni internazionali – ha ottenuto un coinvolgimento europeo più incisivo. Fondamentale in un contesto in cui “problemi che fino a poco tempo fa colpivano soltanto i Paesi del Mediterraneo oggi sono percepiti come responsabilità comuni”. L’Italia, ribadisce, sta contribuendo a costruire “un’Europa che non lascia più soli gli Stati esposti”. E il Piano Mattei si colloca esattamente in questa logica: una strategia non limitabile al perimetro nazionale, ma capace di affrontare un tema “globale”.

I numeri

Sulla stessa linea Alessandro Cattaneo, che ha richiamato il ruolo dei dati nella definizione delle politiche migratorie. “I numeri ci aiutano a prendere decisioni nella direzione giusta”, ha affermato, citando un abbattimento significativo degli arrivi irregolari. “Gli arrivi si sono ridotti, da poco più di 150.000 a poco più di 60.000. Questo significa che c’è stato un abbattimento eclatante degli sbarchi, e questo è un dato positivo”.

Perché l’immigrazione “non può essere fermata ma va governata”. E un Paese del G7 ha il dovere di farlo puntando sull’“immigrazione buona”, necessaria anche per sostenere la crescita economica. Un passo avanti, ma anche un invito a proseguire “con convinzione e con trasversalità”, mantenendo il confronto aperto in Parlamento.

È stato infine Paolo Emilio Russo a sottolineare il cambio di approccio rispetto al passato. “La filosofia del ‘a casa loro’ non ha pagato”, ha detto, rimarcando che la strategia italiana deve partire dal riconoscere la natura inevitabile del fenomeno. Per questo FI rivendica misure come l’allungamento a un anno della finestra utile per presentare domanda di ingresso e un più stretto incrocio tra domanda e offerta di lavoro, individuando in occupazione e alloggio i due perni su cui fondare una politica migratoria stabile e credibile. Un incontro definito cruciale dagli azzurri, che punta a presentare il Decreto Flussi non come un intervento emergenziale, ma come parte di un progetto organico che mette insieme sicurezza, difesa dei confini e cooperazione internazionale, con l’obiettivo dichiarato di trasformare una questione nazionale in una sfida europea condivisa.


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