Pieno Lega in Veneto: Zaia verso le 200mila preferenze
Il leader del Carroccio esulta, l'ex Governatore un traino eccezionale
La Lega fa il pieno in Veneto. “E’ stata una vittoria notevolissima, ora penso alle politiche”, dice Matteo Salvini.
In Veneto il pieno della Lega
Il Veneto ridà il sorriso al leader del Carroccio che esce vincitore dalla sua scommessa. Aver ottenuto dalla premier Giorgia Meloni di candidare il fedelissimo Alberto Stefani cambia la narrazione che vedeva la regione guidata per 15 anni dal Doge Zaia, pronta a cambiare bandiera, dallo spadone di Alberto da Giussano alla fiamma tricolore. Fdi invece resta sotto al 20%, mentre i salviniani, grazie al booster Zaia, capolista nelle sette province, volano al 36%.
Zaia verso le 200mila preferenze
Nel partito qualcuno si morde la lingua: vediamo ora quelli che ha preso Zaia. Il Doge, secondo rumors interni, potrebbe viaggiare tra le 150mila e le 200mila preferenza, pronto per prendersi il seggio che fu di Stefani a Montecitorio. Quanto basta per dare un segnale che non può restare inosservato, a chi spera di riportare la Lega al sindacato nordista voluto un tempo da Bossi e poi accantonato da Salvini, che ha scelto la strada nazionale e sovranista. Non a caso Zaia ritorna anche sul modello bavarese: “Perché non pensare di adottare dei modelli che funzionano? Per esempio quello che è successo con Csu e Cdu in Germania. Al momento non se ne sta discutendo, ma prima o poi ci toccherà discuterne”.
Il modello bavarese
Tema che per Salvini non è all’ordine del giorno però: “Io ascolto tutti -risponde ai giornalisti il leader- ma per ora penso alla legge di bilancio e agli stipendi degli italiani, dei modelli organizzativi dei partiti avremo modo e tempo di parlarne…”. Altro tema che dovrà gestire Salvini è quello del voto in Lombardia, con il presunto accordo con Fdi per il dopo Fontana. Intesa su cui sulle ali dell’entusiasmo ora Salvini pare prendere tempo, non senza ringraziare gli alleati per aver permesso di candidare Stefani: “Noi lombardi dobbiamo prendere da esempio il fatto che in Veneto si è lavorato tanto e parlato poco, si è costruito. La Lega in Lombardia può raggiungere lo stesso risultato: zero chiacchiere e tanti progetti”.
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