L'identità: Storie, volti e voci al femminile Poltrone Rosse



Editoriale

Gli ufficiali filosofi non fanno paura quanto l’ottusità

di Adolfo Spezzaferro -


Un tempo era normale che i filosofi andassero in guerra – Socrate, Platone, Marco Aurelio –: non necessariamente i pensatori, in quanto allenati al pensiero critico, erano in automatico dei pacifisti. Anzi, prendete la filosofa Simone Weil, pacifista convinta, fu miliziana anarchica nella Guerra di Spagna. Insomma, filosofia e armi possono andare benissimo d’accordo – non si condizionano a vicenda.

Non è che Socrate è meno moderno e difensore della libertà di pensiero perché ha combattuto contro Sparta. Non è che Wittgenstein è un militarista o un reazionario in quanto volontario (nell’esercito austro-ungarico) nella Prima guerra mondiale. Stiamo parlando di pensatori che rifiutano la violenza, che propugnano la libertà. Eppure hanno imbracciato le armi.

E allora, possibile che se degli ufficiali vogliono studiare filosofia all’Università di Bologna debba scattare lo sdegno pacificista? È ridicolo ritenere che una quindicina di ufficiali possano rendere quella facoltà una fucina di guerrafondai. Chi vi scrive tornato alla facoltà di Filosofia dopo aver svolto il servizio militare come ufficiale di complemento fu schifato da tutti i suoi colleghi in quanto militarista. Allora, chi è l’ottuso? Lo studente militare o quello borghese?


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