Il tempo della rabbia: i lavoratori dell’ex Ilva sono tornati in strada e ora salgono sull’ex ponte Morandi. È stata una (lunga) giornata di lotta a Genova. Dove i dipendenti dello stabilimento di Cornigliano, che temono per i loro posti di lavoro, sono scesi in piazza insieme ai colleghi di Ansaldo Energia e una rappresentanza di Fincantieri. Un lungo corteo aperto da una pala meccanica. Simbolo del lavoro ma pure della volontà di spazzare il campo dai (troppi) dubbi che ancora assillano i lavoratori. In mattinata, la folla dei manifestanti ha raggiunto l’aeroporto Cristoforo Colombo del capoluogo ligure. È stata inscenata l’occupazione dell’hub delle partenze dell’infrastruttura. Nel pomeriggio, poi, è stata la volta delle autostrade.
Dall’aeroporto al ponte Morandi: la giornata di lotta dei lavoratori ex Ilva
E, particolarmente simbolico, è stato il “raggiungimento” del ponte San Giorgio. Che prima aveva un altro nome, divenuto tristemente famoso: ponte Morandi. Il Mimit ha già convocato tutta una serie di riunioni, tra domani e dopodomani, in cui saranno coinvolti gli enti locali dei territori interessati dalla vertenza. I sindacati, però, vogliono di più. O meglio, vogliono un altro interlocutore. Non parleranno più con il ministro Adolfo Urso.
La lettera dei sindacati a Palazzo Chigi
Pretendono che a sedersi al tavolo, stavolta, sia direttamente la premier Giorgia Meloni. E difatti ieri è partita la lettera dei segretari di Fim-Cisl, Uilm-Uil e Fiom-Cgil, Ferdinando Uliano, Rocco Palombella e Michele De Palma, diretta proprio a Palazzo Chigi e, per conoscenza, pure ai ministri Giorgetti, Calderone e Urso. La richiesta è netta: “Il ritiro immediato del piano corto e la sospensione delle operazioni di spegnimento delle batterie 7-8-9-12; l’invio dei coils a Genova, Novi Ligure e Racconigi da Taranto per garantire la continuità produttiva; no a ulteriore allontanamento dei lavoratori dalle fabbriche per effettuare formazione senza prospettiva lavorativa; l’avvio di un vero piano di manutenzione degli impianti”. Altrimenti sarà sciopero a oltranza. Ieri, con la “conquista” dell’ex ponte Morandi, i lavoratori ex Ilva hanno dato un saggio della loro determinazione.